L’impianto di trattamento di rifiuti liquidi Econet-Ecosistem, che si trova nell’area industriale di Lamezia Terme, smaltiva rifiuti altamente pericolosi spacciandoli per innocui. E’ quanto emerge dai faldoni dell’ordinanza firmata dal Gip Michela Tiziana Petrocelli del Tribunale di Potenza, con la quale sono stati “inchiodati” i vertici Eni e una serie di società correlate che avrebbero, secondo gli inquirenti, messo in piedi un vero e proprio traffico illecito di rifiuti e mentito sullo sforamento dei limiti delle emissioni. Diverse le società interessate e tra queste, ci sono anche tre calabresi: a Lamezia con la Ecosistem srl, a Gioia Tauro con la I.A.M. spa, e la Consuleco srl di Bisignano. Gli indagati riconducibili alle ditte lametine sono Rocco Aversa della ditta Ecosistem Srl e Antonio Curcio. Gli altri calabresi coinvolti nell’inchiesta sono Salvatore Mazzotta della ditta Ecosistem Srl, dell’ex dirigente regionale in Calabria Giuseppe Fragomeni, Vincenzo Morise di Cirò Marina e Maria Rosa Bertucci di Rende.
Il 26 giugno 2014, in una intercettazione contenuta nell’ordinanza, Vincenzo Lisandrelli, coordinatore ambiente del Sime, parla con Antonio Curcio della Ecosistem:
“Lisandrelli: Pronto.
Curcio Antonio: Sì, pronto. Ti stavo per scrivere, per chiamarti.
Lisandrelli: Senti ma…quindi Iam ha dei problemi mi dicevano?
Curcio: Iam non è che…Iam non ha nessun tipo di problema, è la popolazione che ha il problema.
Lisandrelli: Ma il motivo qual è, gli odori?
Curcio: Gli odori sì. Cioè praticamente…il problema degli odori ormai esce su tutti gli impianti…delle vostre acque…E…
Lisandrelli: Ma…una domanda ti faccio…dove si trova precisamente Iam?
Curcio: A Gioia Tauro.
Lisandrelli: Ma è in zona industriale….??
Curcio: Nella zona industriale, zona industriale. Allora, non hanno il paese vicinissimo, però gli odori gli arrivano comunque. Capito? Hanno il cimitero vicino…
Lisandrelli: Ma si erano mai verificate cose di questo genere?
Curcio: Cosa?
Lisandrelli: Si erano mai verificate cose di questo genere?
Curcio: No, no. Tant’è vero che Iam, no? Non è ve…Iam non…a noi non ci ha detto di non scendere, di non andarci. A noi la popolazione che ci sta bloccando. Ci sono venti macchine ferme per…che devono andare a scaricare a Iam, ferme sull’uscita dell’autostrada, ma non sono le mie eh? Di macchine nostre non ce n’è. Io ieri il…il vostro prodotto l’ho scaricato, sono riuscito a scaricarlo. Ma ce l’ho fatta giusto in tempo, e oggi ho mandato tutti su Econet.
Lisandrelli: Però scusa…sono partiti (si riferisce agli odori molesti e alle conseguenti proteste della
popolazione, ndr) da quando gli mandiamo le nostre acque?
Curcio: Uh…lo sai che c’è? Che con la stagione estiva le nostre acque puzzano di più rispetto al solito.
Lisandrelli: Ho capito
Curcio: Capito? Quindi..
Lisandrelli: Quindi ad oggi però non c’è nessuna macchina giusto?
Curcio: Nostra….vostra… allora macchine nostre là a Iam non ce n’è. Dal punto di vista di Ati-Ecosistem, poi di altro non lo so. Però dal…delle nostre non c’è nessuna macchina la su Iam.
Lisandrelli: Che casino…
Curcio: Però ci dobbiamo vedere…e dobbiamo affrontare un altro…un attimo il problema. Perché comunque….allora, ti dico la verti…il problema della….del cattivo odore c’è su tutti gli impianti. Ora è peggiorato con il caldo quindi dobbiamo vederci un attimino perché qualcosa si riesce a fare, ma dobbiamo farlo..lì a Viggiano, dobbiamo vedere un attimino di poter fare qualcosa lì su…su Viggiano. Cioè dobbiamo dare lì qualcosa, qualche trattamento, qualche prodotto da poter mettere affinché…viaggiamo un attimo tranquilli per tutta l’estate. Quindi prima facciamo un incontro e prima..meglio è.
Lisandrelli:Va bene dai, ti faccio sapere io dai”.
Per quanto riguarda il caso specifico della Ecosistem, la società lametina aveva stipulato un contratto con l’Eni, risalente al 16 luglio 2013, diventando capofila di un Raggruppamento temporaneo di Imprese. La Ecosistem spa era affiancata dalla Econet Srl e da Pronti Interventi SIDA, incaricando poi, in subappalto, ulteriori trasportatori e impianti di smaltimento.
Il meccanismo era quello di conferire tonnellate di rifiuti, poi successivamente trattati e/o smaltiti utilizzando un codice Cer falso e comunque diverso da quelli che avrebbero dovuto essere applicati, comportando per le società un notevole risparmio dei costi, incuranti, però, del rischio inquinamento ambientale, considerando anche che, molti dei rifiuti, venivano conferiti in impianti non autorizzati.
In una intercettazione, contenuta nell’ordinanza, e risalente al dicembre 2013, un rappresentante della società Ireos Spa, parla con Carmela Criscuolo, indagata e socia e amministratore di fatto di un’altra società , la Criscuolo EcoPetrol service. Nell’ordinanza si legge che “riferisce al referente della mandataria il contenuto delle sue conversazioni con i vertici Eni, nonché di quelle avvenute con la società capofila dell’altro RTI (Ecosistem). La stessa Carmela è perfettamente a conoscenza della tipologia del rifiuto e della sua provenienza tant’è che nel corso della conversazione è presente il seguente passaggio:
Criscuolo: Eh….bisogna capire un attimo, questa è una cosa che io devo intercettare, perché a questo punto io non lo che cosa gli arriva a lui, ….la 560 è quella piena di H2S.
Robello: bisogna mandargli le analisi…[…]
Criscuolo: bisogna capire un attimo eh…che tipo di acqua arriva se pulita o con H2S…se è carica di H2S…perché se non è carica di H2S è la 545 sarebbe l'acqua normale…
Robello:…. (annuisce)
Criscuolo: capisci quale è il problema adesso?
Robello: eh…
Criscuolo: e volendo noi la possiamo…diciamo separare le due cose, eventualmente possiamo fare questo come abbiamo sempre fatto, quella con l’H2S, la…quella dei contro lavaggi sto dicendo io…capito?
Robello: ….[…] bisogna mandare quella che è già omologata, quindi quella che gli stai mandando ad Econet…però bisognerebbe sapere con certezza qual è…
Criscuolo: che se no quella dei contro lavaggi eventualmente la possiamo caricare e fermarci..che è più carica di H2S”.
Cos’è l’H2S?
E’ l’acido solfidrico, un gas incolore dall’odore caratteristico di uova marce. E’ idrosolubile, ha caratteristiche debolmente acide e riducenti. Il compito è caratterizzato da una soglia olfattiva decisamente bassa. E’ una sostanza estremamente tossica, poiché è irritante e asfissiante. L’azione irritante ha come bersaglio le mucose, soprattuto agli occhi: a concentrazioni superiori di 715.000 per inalazione, può causare la morte anche in cinque minuti.
Nell’ordinanza, inoltre, gli inquirenti denotano come l’Econet Srl “negli anni 2013 2014, sono stati conferiti presso la piattaforma polifunzionale di trattamento rifiuti pericolosi, sita in Lamezia Terme presso località San Pietro Lametino Z.I. della società Econet srl, i quantitativi di rifiuto liquido proveniente dalle vasche V560 TA002 e V560 TM001 del COVA”. Nello specifico la Ecosistem ha smaltito, solo nell’anno 2014, 65.376,28 tonnellate di rifiuti del primo tipo, e 2.956,85 del secondo. “Entrambe le tipologie di rifiuto, - scrivono gli inquirenti - sono state conferite presso l’impianto lametino utilizzando il codice CER 16 10 02. Anche in tal caso - aggiungono - sulla scorta di quanto accertato dal consulente Sanna, si evidenzia che i rifiuti provenienti dalle due vasche dovevano essere caratterizzati con i codici CER 19 02 04,(miscugli di rifiuti contenenti almeno un rifiuto pericoloso) e 130508 (miscugli di rifiuti delle camere a sabbia e dei prodotti di separazione acqua/olio), Entrambi pericolosi”.
Da quanto emerge, quindi, era prassi consolidata “mascherare” i rifiuti come non pericolosi, cercando di smaltirli negli impianti anche se non adatti a questo. Una domanda che sorge da quanto evidenziato nell’ordinanza è dove e come venissero smaltiti questi rifiuti, considerati altamente pericolosi per l’ambiente e per la salute della popolazione che, più volte, si è lamentata di odori nauseabondi che arrivavano dalle prossimità degli impianti.