Dichiarazione
del sindaco Sergio Abramo.
“L’uscita
della Regione dal mercato agroalimentare di Catanzaro, decisa dalla Giunta
regionale, è un grave errore. Chiedo al presidente Oliverio che tale decisione
venga rivista. Saggiamente il Consiglio comunale di Catanzaro, nonostante certe
rigidità della legge, ha politicamente investito su società come Sacal e
Comalca, entrambe da considerare come realtà vitali e produttive e non certo
come rami secchi o carrozzoni. Noi abbiamo avuto il coraggio e l’umiltà di
correggere politicamente l’impostazione rigida e ragionieristica che veniva
dagli uffici, mantenendo le nostre quote in seno alle due società partecipate.
Faccia altrettanto la Giunta regionale che non può penalizzare uno dei mercati
agro-alimentari più importanti del Sud e sicuramente il più importante della
Calabria”.
Lo
afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, sostenendo la
richiesta di revisione della decisione regionale di cedere le quote del Comalca
venuta dall’intero Consiglio d’amministrazione del Consorzio.
“Forse
nemmeno noi catanzaresi ci rendiamo pienamente conto del ruolo e della forza
del nostro mercato agro-alimentare che movimenta ogni giorno quantità
impressionanti di prodotti ortofrutticoli, con oltre 500 aziende che
conferiscono o acquistano, molte delle quali commercializzano anche nel resto
d’Italia. Senza contare che il Comalca assicura, attraverso le 24 aziende
impegnate nella gestione dei 27 stands, lavoro a circa 100 unità. E’ un evidente
controsenso. Davvero singolare che una Regione che dice di puntare molto sul
rilancio dell’agroalimentare poi decida di indebolire l’unica macro-struttura
perfettamente inserita nei circuiti commerciali meridionali e italiani. Prenda
coraggio la Giunta regionale dalla decisione adottata dal Consiglio comunale di
Catanzaro e confermi le quote regionali nel Comalca, assicurando sostegno ad
una realtà produttiva strategica e ad un’azienda pubblica sana e senza debiti.
Non si insista in atteggiamenti di ostinata chiusura, anche perché non è detto
che le azioni di Comalca possano essere d'interesse di gruppi privati. Potrebbe
rivelarsi, insomma, un clamoroso autogol”.