LAMEZIA TERME(Catanzaro): La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro sta eseguendo un provvedimento di sequestro emesso, ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. n. 159/11, dal Tribunale di Catanzaro, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Claudio Scardamaglia (classe 72), genero di Pasquale Giampà, alias "tranganiello”, indiscusso capo della ‘ndrangheta lametina, ucciso in un agguato di chiaro stampo mafioso nel lontano settembre del 1992.
Il provvedimento di prevenzione è scaturito da un’articolata proposta del Procuratore Distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, basata sugli ampi puntuali e complessi accertamenti delegati al personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, nell’ottica della sempre costante attenzione riservata al tema dell’aggressione di illecita provenienza.
Scardamaglia nel mese di maggio del 2015 è stato arrestato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.U.P. del Tribunale di Catanzaro, nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, che ha interessato il potente clan Iannazzo di Lamezia Terme, considerato ndrangheta imprenditoriale. In particolare, l’odierno proposto è stato ritenuto responsabile, unitamente al noto pregiudicato Pietro Iannazzo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso nei  confronti di un imprenditore impegnato nella realizzazione di un supermercato della catena “Lidl”.
Da ultimo, il G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, riconosciuto Sscardamaglia colpevole dei reati ascrittigli, lo scorso febbraio lo ha condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 14.000 euro. Il Collegio della Prevenzione ha ravvisato in capo al proposto il profilo della pericolosità sociale qualificata, muovendo non solo dal concordante contributo dei diversi collaboratori di giustizia sentiti in merito, ma valorizzando le risultanze dell’indagine “Andromeda”, ove, tra l’altro, “…Il collegamento di Scardamaglia Claudio con il gruppo mafioso dei Iannazzo traspare in modo evidente e rilevante…”. In effetti, “…, la posizione di Scardamaglia Claudio trova precisa collocazione in una vicenda estorsiva e di illecita concorrenza ai danni di una impresa che intendeva realizzare un supermercato, con marchio Lidl in località Savutano di Lamezia Terme, zona nella quale già sorgeva il centro Commerciale Agorà, appartenente a Scardamaglia. Ebbene, l’abbandono dell’iniziativa imprenditoriale della Lidl è avvenuto in conseguenza dell’intervento diretto operato da Iannazzo Pietro nei confronti dell’impresa chiamata alla realizzazione del fabbricato nel quale collocare il supermercato. …”.
Significativamente, la pesante condanna inflitta allo Scardamaglia, sebbene in primo grado ad 11 anni e 4 mesi di reclusione, ha il pregio di evidenziare “…come il rapporto con la consorteria Iannazzo, che già caratterizzava la condotta dello Scardamaglia e che da tale rapporto, conosciuto all’esterno, aveva ricevuto benefici indiretti consistenti nell’assicurare alle sue iniziative imprenditoriali sicurezza e tranquillità nella gestione, si evolve in una peculiare direzione, di intervento della consorteria per risolvere questioni che potevano evolvere in senso negativo per il soggetto che ricadeva sotto la protezione del gruppo. …”. Conclusivamente, per verificare la ricorrenza dell’ulteriore presupposto necessario per procedere al sequestro dei beni rientranti nella disponibilità del proposto, il Collegio ha sostanzialmente condiviso la ricostruzione offerta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro giungendo a ritenere “… che le disponibilità economiche che il proposto ha potuto utilizzare per l’acquisizione dei beni e la costituzione di società e di imprese individuali siano di diretta derivazione del collegamento che lo Scardamaglia, sin da epoca successiva alla uccisione del suocero Giampà Pasquale, ha instaurato con la famiglia Iannazzo e ha mantenuto e rafforza nel corso del tempo. …”. 
Muovendo da queste premesse, il Collegio della Prevenzione ha disposto il sequestro di: