I Consiglieri regionali della maggioranza, obbligati anche loro come tutti i cittadin a non uscire di casa dal Decreto anticontaggio,    hanno richiesto l’annullamento della convocazione del Consiglio e la predisposizione di una piattaforma per tenere la seduta in videoconferenza.
Pubblichiamo il testo della richiesta
L'emergenza legata alla diffusione dei contagi da Coronavirus, che già nei giorni scorsi aveva opportunamente portato - su accordo unanime di tutte le forze politiche - alla sconvocazione e riconvocazione della seduta in programma per il 9 Marzo, suggerisce oggi l'adozione di analogo provvedimento - o, in alternativa, la definizione di modalità ed accorgimenti consoni a tutelare la salute pubblica - per la seduta del 18 marzo p.v.
Tale richiesta si fonda, anzitutto, sull'aggravamento della situazione sanitaria pubblica, segnata dal moltiplicarsi dei casi di contagio, dall'accertamento dei primi decessi e dal bisogno di dar corso alle molteplici iniziative di contrasto programmate in via d'urgenza: per come ormai a tutti noto, proprio i giorni a venire saranno del resto quelli in cui in Calabria – come in altre regioni del Meridione – si raggiungerà il picco dei contagi.
 Tuttavia, si osserva come detta scelta, suggerita dall'opportuno ossequio al principio di prevenzione e precauzione, che peraltro consentirebbe alla macchina amministrativa regionale di liberare risorse per svolgere il proprio lavoro nel modo migliore possibile sul fronte del contrasto all'emergenza, appaia necessaria anche per garantire il rispetto della normativa vigente: con Dpcm 9 Marzo 2020, recante Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 Febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covd-19, applicabili sull'intero territorio nazionale", attraverso l'art.1 si sono estese all'intero territorio nazionale le misure di cui all'art. 1 Dpcm 8 Marzo 2020, fissando in particolare il divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico e rendendo così applicabile anche la previsione di cui all'art. 1 Dpcm 8 Marzo 2020, secondo cui "sono adottate, in tutti i casi possibili, nello svolgimento di riunioni, modalità di collegamento da remoto [...] comunque garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all'allegato 1 lettera d) ed evitando assembramenti".
Detto orientamento è stato colto anche dal Decreto cd Cura Italia, adottato dal Governo in data 16 Marzo 2020, che all'art. 70, sebbene in riferimento ad enti diversi dalle Regioni ma con principi di facile estensione analogica, espressamente statuisce – in considerazione dell'emergenza sanitaria – che le sedute dei consigli comunali, provinciali e della città metropolitane possano svolgersi in videoconferenza, anche in riferimento a votazioni da svolgersi.
D'altra parte, non sfugge neppure che la Camera dei Deputati abbia sostanzialmente deciso di sospendere di fatto, fino al 25 Marzo p.v., le attività in plenaria, restringendo al solo Mercoledì di ogni settimana le riunioni dell'Assemblea ma avendo cura di garantire in Aula una presenza dimezzata del numero dei parlamentari, al fine di poter assicurare il puntuale rispetto delle statuizioni normative in tema di divieto di assembramenti e di tutela della salute pubblica.
Infine, ad adiuvandum, si sottolinea che anche altre Regioni hanno optato per lo svolgimento di lavori assembleari a distanza, in qualche caso previa adozione di specifica delibera da parte dell'Ufficio di Presidenza, secondo modalità che ben potrebbero essere ricalcate anche in Calabria, considerata la piena legittimità dell'Ufficio di Presidenza fino al suo rinnovo.
 Pertanto, per tutto quanto detto, appare opportuno sollecitare un aggiornamento della seduta del 18 Marzo ad altra data, nell'arco di una settimana al massimo, onde consentire che la stessa possa svolgersi in videoconferenza, attivando modalità tecniche tali da consentire la regolarità e la segretezza del voto, ferma restando la piena disponibilità a svolgere il lavoro d'Aula in tutta serenità more solito, qualora le condizioni sanitarie pubbliche e la normativa correlata dovessero conoscere evoluzioni in senso migliorativo e meno restrittivo".