Un periodo fino a poco tempo fa inimmaginabile. Tutti chiusi in casa per proteggerci dal mostro, sino ad ieri comprensibile nei film horror, che si sta portando via migliaia di italiani, tra i quali tanti calabresi. Tutti chiusi in casa mentre l'economia, già debole dalle nostre parti, sta arrivando alla soglia che separa il buon vivere da quella povertà assoluta che genera il dramma che tante famiglie già affrontano.Ebbene, mentre stiamo chiusi in casa, chi ha il dovere di proteggere la nostra comunità risulta non ritracciabile anche con il più avanzato gps. Fa di più, lascia con il sedere per terra gli eroi chiamati a non tradire il giuramento di Ippocrate, professionisti sanitari impegnati nella filiera della cura dell'emergenza. Il tutto nella triste relazione con un commissario ad acta e una sub commissaria che sono imboscati chissà dove a fare nulla. Certamente a non adempiere a ciò che avrebbero dovuto fare per mettere in sesto il servizio sanitario regionale e assicurare la tutela della salute dei calabresi, non solo aggrediti dall'emergenza, ma offesi dalla trascuratezza totale.Ai medici e infermieri, inglobando in una tale sintesi categoriale tutti coloro che sono impegnati in ruoli assistenziali, manca di tutto. Mascherine, visiere di protezione agli occhi, guanti, detergenti e disinfettanti sono una chimera. Introvabili per chiunque. Attrezzature ospedaliere che latitano. Sindaci lasciati da soli ad affrontare i problemi, spesso irrisolvibili, e le paure dei cittadini.Ma dico io, in una regione commissariata - che francamente non si comprende ancora come possa continuare ad esserla attese le obbligatorietà dell'emergenza - come fa il Governo a non pretendere un’attività quotidiana dei suoi delegati? Come fa a non esigere i loro report (dell'inutilità) sui risultati conseguiti e su quelli da traguardare?

Una domanda alla quale i calabresi pretendono non solo una risposta, bensì il da farsi necessario.

Orlandino Greco
Segretario federale Idm