"La
serrata imposta dall'emergenza coronavirus continua a farsi sentire sulle
attività economiche: ha mandato definitivamente in affanno i negozianti già
provati dalla concorrenza dello shopping online. Senza incassi, gli esercenti
non ce la faranno a pagare gli affitti di locazione a partire da questo mese e
anche i centri commerciali, presto, andranno in sofferenza. Mi preme
sottolineare, perché sto ricevendo tantissime telefonate in questo senso, che
molti negozi di prossimità potrebbero non superare la crisi: il problema di
liquidità non viene per niente risolto dal decreto Cura Italia. Per ovviare
almeno in parte a questi nodi, credo sia necessario proporre un'estensione alle
locazioni commerciali in essere, applicando la stessa regola introdotta nel
2020 per l'abitativo, per escludere il pagamento delle imposte sui canoni non
incassati. Serviranno poi altre misure come l'estensione della cedolare secca
agli affitti dei negozi esistenti e più flessibilità alla legge del 1978 per
aiutare le parti a trovare un'intesa che salvi il contratto.
A questo
punto per evitare un procedimento di indebolimento delle attività e programmare
un futuro, credo sia indispensabile chiedere al governo quegli aiuti in
liquidità che nel decreto Cura Italia sono assenti. Bisognerebbe pensare pure a
quelle attività che sono state sospese, le cosiddette non essenziali:
laboratori, piccoli artigiani, palestre, negozi ubicati nei centri commerciali.
All'estero hanno programmato un bonus giornaliero, per permettere alle attività
di sopravvivere e, una volta terminato questo periodo segnato dal coronavirus,
avere un futuro.
Se la governatrice Santelli dovesse ritenere condivisibili queste mie proposte,
mi auguro le faccia proprie e le porti a Roma, sui tavoli del governo
nazionale, per spiegare le esigenze che hanno tantissimi catanzaresi,
calabresi, italiani".
Antonio Ursino, presidente della commissione
consiliare Attività economiche e componente del gruppo "Catanzaro da
vivere"