Poste Italiane si riorganizzano per far fronte all’emergenza COVID-19. Alcune novità sono state già implementate per la consegna di raccomandate e pacchi, ora lo sforzo più grande è atteso tra una settimana, quando a partire dal prossimo 26 marzo e fino al primo aprile saranno pagate le pensioni.
A preoccupare sono i numeri molto elevati dei pensionati che hanno l’abitudine di andare a ritirare la pensione allo sportello postale.
Una situazione tanto più critica in quanto dei circa 12.500 uffici presenti sul territorio nazionale ne sono stati chiusi 3.316.
Intanto i 130mila lavoratori delle Poste continuano a lavorare in condizioni molto diverse rispetto all’ordinario. L’azienda garantisce infatti il servizio con un numero di Uffici Postali aperti in proporzione agli abitanti di ciascun Comune.
Ad oggi nei Comuni con un unico Ufficio Postale, l’apertura avviene a giorni alterni. Inoltre le aperture di pomeriggio degli Uffici aperti su due turni sono contingentate così come quelle del mattino.
In tutti gli uffici sono state messe a punto delle linee di distanza dalle postazioni degli operatori. È stato sospeso il servizio di prenotazione online dell’appuntamento presso l’ufficio postale mediante l’applicazione “prenota ticket”.
Per i servizi di consegna di raccomandate, assicurate e le notifiche a mezzo posta (atti giudiziari e multe) viene effettuato lasciando il plico nella cassetta domiciliare, dopo aver accertato la presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro. Gli invii in contrassegno o con consegna a mani proprie saranno depositati direttamente nell’Ufficio Postale, previo rilascio dell’avviso di giacenza i cui termini sono stati estesi.