“Occhi come piccole castagne tonde, sopracciglia folte e ciglia nere e
marcate come tatuaggi”. Nella meridionalità della bellezza sensuale di Marisa,
protagonista del romanzo “Eroine”, esordio letterario di Vinicio Leonetti, sta
tutta l’energia e la caparbia disperata di chi sa di non potersi permettere il
lusso di mollare mai per non soccombere. Dalla forza del suo personaggio nasce
un vortice di avventura che prende e incuriosisce già dalle prime righe. Il
libro è edito da "Città del Sole". Vinicio Leonetti, giornalista
professionista, è nato a Catanzaro nel 1960. Dopo studi classici e in
giurisprudenza, a 23 anni ha cominciato a scrivere per vari giornali: Gazzetta
del Sud, Milano Finanza, Corriere della sera-Economia, Sole24Ore, Il Mondo ed
ha collaborato con la Rai e la televisione svizzera Rsi. Si è occupato per anni
anche di cronaca nel territorio del lametino.
Marisa, si narra nel libro "è una donna del Sud povero, di una
Sicilia che non dà scampo alle vite marginali, un Sud che trasmette valori
solidi come rocce, ma nega la possibilità di metterli in pratica nel corso
della vita. Ma lei è intelligente, tanto intelligente da capire che quei valori
sono l’unica corazza che possiede e l’unico volano su cui far leva per fuggire
dal suo ruolo di giovane donna succube di un ambiente privo di speranza in cui
non ha senso vivere. E ci riesce. Marisa vive attraverso il suo doppio. Come
testimone di giustizia rinuncia alla sua identità e anche al suo nome Concetta,
intriso dell’onestà , della modestia e della marginalità sociale dei suoi
ricordi familiari. Studia, si addestra. È brava. Diventa non soltanto
poliziotta, come sognava da bambina, ma addirittura agente speciale, una “testa
di cuoio” di eccezione. Fa il lavoro “sporco”, quello che tutti facciamo finta
di credere che non ci sia e che invece qualcuno fa davvero, in quelle terre
lontane e cattive dove si gioca il destino geopolitico di tutti i paesi. Marisa
ha anche paura perché nel suo lavoro si rischia la vita e la sessualità diventa
un modo per esorcizzarla, un malinconico succedaneo di una voglia d’amore di
ragazza mista al cinismo consapevole dell’impossibilità di raggiungerlo. La sua
apparente durezza, il suo cinismo, le sue azioni rischiosissime di agente
segreto non la privano mai della sua femminilità dirompente che traspare in
ogni frase, in ogni riga e che le consentono un riscatto esistenziale.
Leonetti, attorno alla figura di questa donna, costruisce un libro che non è
solo un racconto, ma è mille racconti insieme, tanto divertenti e avventurosi
da sembrare una fiction di qualità di cui si inizia a guardare la sera il primo
episodio un po’ per caso, per passare subito al secondo e al terzo e oltre,
finché non diventa notte fonda non perché si vuole vedere la fine, ma perché si
vuole che non finisca mai".