Il turismo e tutta la sua filiera è il settore più colpito dall’emergenza coronavirus, con danni economici senza precedenti. Basti pensare che sono quasi 90 milioni le presenze turistiche (tra italiani e stranieri) andate perse durante i tre mesi del lockdown che ha totalmente azzerato i flussi dei viaggiatori a partire da marzo, mese che segna tradizionalmente l’avvio della stagione con le vacanze di Pasqua, la liberazione e il ponte del primo maggio.

Il premier Conte ha ribadito che trascorreremo le vacanze estive, non staremo dal balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Per rilanciare il turismo e provare a dare un pò di ossigeno alla filiera, nel prossimo decreto legge chiamato “Rilancio” dovrebbe arrivare il bonus vacanze “per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive”. Per consentire a tutti gli italiani la possibilità di andare in vacanza il ministro ai Beni Culturali e al Turismo Dario Franceschini ha quindi approntato un bonus da utilizzare per trascorrere periodi di soggiorno di almeno 3 notti, al mare, in montagna, nelle città d’arte o nei luoghi di villeggiatura, durante il periodo estivo e fino alla fine del 2020 che sarà riservato a chi deciderà di trascorrere un periodo di vacanza in Italia dando un aiuto alle famiglie. Un bonus di 150 euro per un single ma che può arrivare fino a 500 euro per coppie con figli. La norma del decreto aiuterà le persone a poter fare le vacanze e vale oltre 2 miliardi di euro.

“Per il periodo d’imposta 2020  – si legge nella bozza del decreto – sarà riconosciuto un credito in favore dei nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 35.000 euro. Il bonus sarà utilizzabile dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, da un solo componente per nucleo familiare, e sarà pari a un massimo di 500 euro per famiglia. La misura del credito è di 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e di 150 euro per quelli composti da una sola persona. Il bonus sarà fruibile nella misura del 90 per cento in forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dai fornitori presso i quali la spesa è stata sostenuta, e per il 10 per cento in forma di detrazione di imposta in sede di dichiarazione dei redditi. Dovrebbe essere l’Agenzia delle entrate, sulla base dei dati forniti dall’Inps, a individuare i nuclei familiari e le modalità di rimborso dello sconto sul corrispettivo dovuto ai fornitori dei servizi.

Allo studio c’è anche la sospensione della tassa di soggiorno, la concessione demaniale e un fondo di 50 milioni di euro per l’anno 2020 per la concessione di contributi per le imprese ricettive, delle aziende termali e degli stabilimenti balneari, per sostenere le imprese del settore turistico nelle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, e di adeguamento degli spazi conseguente alle misure di contenimento contro la diffusione