Riprendiamo un contributo, postato su Facebook da Carolina Caruso, che offre spunti di riflessione per la fase che andremo ad affrontare in una Calabria che esce dal Cornavirus in modo ancora più disastrato.
"Le ordinanze si rincorrono. All’inizio erano restrittive perché legate al contenimento dell’emergenza Pandemia ma via via si stanno alleggerendo per consentire ai cittadini di vivere con consapevolezza il momento di ripresa. Alla crisi sanitaria si è aggiunta quella economica che in città già persisteva. Il lungo lock down imposto per motivi precauzionali ha spento la luce in bar e negozi. Molti hanno perso il lavoro altri lo perderanno perché le misure anti-Covid non permettono di ammortizzare le spese e i costi del personale rispetto ai servizi offerti e alla clientela che si riesce a servire in ordine di tempo. Anche se una falsa ripresa sempre di ripresa si tratta. Non è facile ripartire perché molte saracinesche apriranno col rischio di abbassarsi nuovamente quando i ricavi non riusciranno più a sostenere i costi. Ogni impresa oggi più che mai ha il problema di sempre. Gli aiuti economici estemporanei non sono in grado di cambiare nessuna sorte. Il problema vero risiede nella mancanza di strategie di insieme, nella eccessiva burocratizzazione, nella pesante pressione tributaria. Tutte le istituzioni nazionali e autonomie locali dovrebbero attivarsi per alleggerire il cuneo fiscale attraverso sospensioni e proroghe. L’economia ha bisogno di una spinta da parte dei governatori locali che dovrebbero ridisegnare pure i piani commerciali per dare slancio a tutti gli sforzi compiuti dal singolo lavoratore autonomo desideroso di rialzarsi e guardare con ottimismo il futuro che ora pare assai incerto. Il lavoro nero può essere solo sconfitto permettendo al datore di assumere il personale con costi sequenziali alle entrate. Ora il problema della politica sembra essere quello degli assembramenti ma ben presto i problemi saranno molto più gravi. L’entusiasmo delle piccole aperture di bar e ristoranti a breve passerà se a partire non sarà l’economia. La nostra Presidente dal primo momento ha avuto le idee molto chiare. Ha chiuso la Calabria e blindato i focolai in zona rossa. Tutto ciò ha permesso il contenimento del contagio grazie anche ai Calabresi molto ligi al rispetto delle regole. I bar e i ristoranti sono stai aperti da Conte in tutta la nazione, la Presidente Santelli ha solo limato l’ordinanza nazionale aggiungendo la consumazione all’aperto oltre che il prelievo per il domicilio. Il suo intento era solo quello di ridare fiducia ad un popolo che si era dimostrato disponibile a collaborare. L’ordinanza della Santelli non è stata improvvisata ma consequenziale ad un netto calo dei contagi considerato che la Calabria rispetto agli abitanti è stata la regione meno colpita. Lo scontro inasprito dal governo è davvero inaccettabile, verso una regione poi, che avrà serie difficoltà a ripartire e che ha bisogno di più tempo per mettersi in carreggiata."