"Finalmente il Governo ha approvato il testo del Decreto Legge "Rilancio" che, a quanto pare, subirà sicuramente nuove modifiche a causa di differenze di veduta sostanziale tra le varie anime che compongono la maggioranza e che, comunque, appare insufficiente per affrontare i problemi dei cittadini e delle imprese.

Una manovra indispensabile per la ripartenza del nostro Paese, ma che auspichiamo sia perfezionata, poiché si è scelta la strada dell'assistenzialismo quando, a mio parere, vi potevano essere altre alternative. Ad esempio, approfittare della crisi per moltiplicare gli investimenti, sbloccare le procedure farraginose, con sgravio dei vincoli fiscali, anche per gli investimenti privati in modo da dare un forte impulso all'economia con una ricaduta in tutti i settori.

"Così non è stato, quindi vanno compresi in modo certo i tempi di elargizione di questi fondi, le modalità di individuazione dei danneggiati e le procedure di risarcimento nella comprensione che quanto verrà liquidato non è affatto un regalo, ma un prestito che tutta la collettività pagherà nel tempo.
Una discrasia su tutte salta all'occhio leggendo in modo veloce i 256 articoli che compongono il Decreto legge: si danno incentivi per vacanze e acquisto di monopattini e bici elettriche e si camuffa come misura necessaria la regolarizzazione di mezzo milione di clandestini. Misura, quest'ultima, a detta del Governo necessaria per evitare che gli immigrati propaghino il contagio del covid-19, ma in realtà "condicio sine qua non" per la maggioranza che, altrimenti, avrebbe potuto avere non pochi problemi di tenuta. Ciò nonostante, un rimpasto sembra alle porte.
"Le risorse che vengono utilizzate sono quasi il doppio dell'ultima manovra e così distribuite: 25% per cassa integrazione e lavoratori autonomi, 20% alle imprese, il 10% alla sanità, il 10% al turismo e commercio, il 10% agli enti locali e le rimanenze per agevolazioni fiscali. Per quanto concerne gli enti locali, l'ANCI ha più volte sottolineato al Governo la necessità di aumentare il fondo costituito nell'articolo 113 del Decreto rilancio, poiché i tre miliardi previsti risultano insufficienti a garantire tutti i servizi pubblici essenziali. Inoltre l'acconto del 30% che riceveranno le amministrazioni non ha tempi certi, con ulteriori rischi per gli enti già in difficoltà.
Inoltre, l'accordo tra Governo, ANCI e UPI prevede un conguaglio delle somme originariamente attribuite entro il 30 giugno 2021, un termine estremamente lungo. L'auspicio è che in sede di dibattito parlamentare, queste diverse criticità possano essere attenuate per il bene degli enti locali, delle imprese e dei cittadini".
Lo scrive, in una nota, l'assessore comunale di Catanzaro, Danilo Russo.