“In questi mesi è drammaticamente emersa la necessità un sistema sanitario pubblico realmente efficiente, non certo quella di piegare il sistema sanitario alle logiche delle potenti lobby del farmaco. Invece, all’ombra dell’emergenza in atto, si è deciso di consegnare la sanità all’industria del farmaco. Il colosso francese Sanofi SpA, infatti, ha stipulato un accordo con la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) e la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) per “lo sviluppo di progettualità volte a formare i medici del futuro” e per identificare “un corretto orientamento in caso di emergenza sanitaria, picchi di gestione di condizioni o patologie stagionali”.
“Attraverso la sottoscrizione di questo accordo, stiamo contribuendo a costruire le basi per una revisione sostanziale del Sistema Sanitario – ha sostenuto il Presidente SIMG – del ruolo delle singole professioni e delle relazioni tra professionisti, autorità sanitarie e tutti gli attori che compongono il mondo della salute”. Uno stravolgimento della professione del medico di medicina generale, dove sempre secondo il presidente SIMG “il mondo dell’industria rappresenta un elemento fortemente strategico” e che introdurrà un cambiamento della professione ed un innovativa formazione dei medici. Una collaborazione che “aiuterà a considerare anche la variazione dei modelli di offerta di salute e di evoluzione dello stesso rapporto medico paziente nella medicina generale”, ha spiegato il presidente FIMMG.

“Tale rapporto potrà essere caratterizzato da modelli di fiduciarietà evoluta, ovvero diretta o indiretta attraverso la tecnologia e il contatto a distanza…”.  Al netto delle euforiche considerazioni, forse perché distratti dalla paura del contagio, abbiamo finito per consegnare la nostra salute nelle mani di Big Pharma che, premurosamente, si occuperà di formare i medici. Una ingerenza delle multinazionali che finirà per intaccare il rapporto di fiducia che lega medico e paziente, violando ogni principio etico nonchè lo stesso codice deontologico. Come potranno i medici “esercitare … in autonomia di giudizio senza accettare nessuna interferenza o indebito condizionamento” che limiti la loro libertà ed indipendenza?
Per questo motivi il Codacons ha chiesto l’intervento del Ministro della Salute a garanzia dell’indipendenza e dell’autonomia dei medici.
Altrimenti sarà chiaro che, approfittando del Coronavirus abbiamo trasformato la ricerca, la salute e la formazione dei medici, in una merce da sacrificare sull’altare degli interessi privati.

Francesco Di Lieto