COMUNICATO STAMPA
"La logica che ha ispirato
l’operazione è risultata fallimentare ed ingannevole oltre che irragionevole.
Priva di senso. Se i burocrati e le menti operative fossero dotate di un benché
minimo tasso di intelligenza avrebbero tentato di porvi rimedio: se una persona
si rende conto che ha sbagliato cerca di correggere.
Se non lo fa le cose sono
due o non è in grado di valutare l’errore ed è un fatto grave oppure riesce a
capire il male fatto e non vuole o non può tornare indietro e questo diventa
pesante come un macigno.
L’apparire del covid-19
ha messo in evidenza, posto ve ne fosse bisogno, tutte le inadeguatezze e tutte
le fragilità della struttura ospedaliera di Lamezia Terme.
Se non avessero intaccato
quella che era una realtà funzionante ricca di reparti e di operatività non
registreremmo tutti fatti penosi di cui siamo costretti ad interessarci
quotidianamente.
Non stiamo
chiedendo la luna ma la restituzione di quanto c’è stato tolto.
I reparti chiusi ed in
maniera particolare malattie infettive, microbiologia, virologia e tin devono
essere immediatamente riaperti.
La regione su
disposizione del governo avrebbe dovuto raddoppiare i posti letto di
pneumologia e malattie infettive ed aumentare del 50% i posti letti di
rianimazione.
Niente di tutto questo è
stato fatto. Nessuna giustificazione può essere addotta nel decidere di non
muovere un dito. Davvero miserevole questo andazzo. La pandemia ha messo in
risalto quanto sia importante il buon funzionamento della sanità pubblica e per
quanto ci riguarda quella lametina in particolare.
Gli ultimi dieci anni
sono stati impiegati a smontarla e a renderla insicura per i pazienti e per gli
stessi operatori sanitari. A quale scopo davvero non si capisce oppure forse si
comprende molto bene.
Il disfacimento della
sanità pubblica rende difficile la vita dei malati. La mancanza di strutture di
strumentazioni di ambulatori e reparti è causa di morte e di dolore.
Nel migliore dei casi
riuscire a prenotarsi una visita significa percorrere un calvario: non si sa né
dove né quando e se essa può avvenire spesso non si riesce nemmeno a prenotare.
Il diritto alla cura e
alla salute viene sacrificato sull’altare delle inefficienze della totale
incapacità amministrativa e sanitaria oltre che politica.
I più poveri e quanti
vivono in difficoltà sono costretti a rinunciare ai loro sacrosanti diritti: la
povertà è sempre più accompagnata da laceranti ingiustizie.
Per quanto ci riguarda
continueremo ad alzare la voce contro i diritti negati e saremo sempre vigili
ed attenti affinché a nessuno sia negata la possibilità di essere curato.
D’altronde tutto questo
necessità per fronteggiare oltre il covid-19 le eventuali altre forme di
pandemia che la scienza prevede possano ripresentarsi periodicamente e con una
certa frequenza."
Italia Nostra
Giuseppe Gigliotti
Sanità bene pubblico
Rosa Bongiovanni