Come di consueto, con la calma e l’eleganza che tanto lo contraddistinguono e che lo rendono a dir poco “affascinante” ai più, il Premier Conte ha, per l’ennesima volta, illustrato le novità derivanti dall’ultimo decreto. Se ne sente tanto parlare, circola una bozza di 464 pagine da giorni, ma, pur essendo un decreto legge, immediatamente efficace il giorno stesso della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, spetterà al Parlamento la conversione in legge e quindi non sono escluse future modifiche. Forse un iter, questo, che vuole mettere a riparo Conte da eventuali responsabilità politiche future, considerando che il ritardo (come egli stesso ha ammesso) è da imputare ad una vivace discussione tra le diverse fazioni politiche della maggioranza. Italia del Meridione ha più volte evidenziato le incongruenze dei vari decreti e le illogicità di alcuni passaggi, come quello di rendere note e divulgare le bozze. Non sarebbe stato meglio annunciare il tutto a cose fatte? Sorge il dubbio che forse, dal momento che è trascorso molto tempo, l’accordo politico è lontano dall’essere raggiunto? O magari è un modo per placare la giusta rabbia dell’opinione pubblica, nella speranza che a quelle parole seguano i fatti? Inutile andare a riprendere il discorso indennità 600 euro, calcoli balordi su riduzioni di fatturato (che dovrebbe essere scontato visto che l’elenco delle chiusure è stato elaborato dal Governo), finanziamento garantito dallo Stato con erogazione assicurata di 48 ore, e la lista sarebbe ancora lunga. Ma come movimento politico abbiamo il dovere di denunciare la drammaticità della situazione odierna. Esistono gravi difficoltà economiche in tutte le categorie di lavoratori, mesi di bollette non pagate, affitti arretrati e c/c in rosso. Ormai è certo che lo Stato voglia far riaprire ma, in un certo senso, lavandosene le mani. Il 18 maggio è prossimo e non esistono reali protocolli che dicano alle diverse attività come procedere. Ad oggi si è capito solo il limite minimo di vicinanza tra tavoli al ristorante.
Per quanto riguarda il nuovo decreto, si parla di rinnovo bonus 600 euro; fino a 1200 euro per baby sitting; bonus vacanze; bonus biciclette e monopattini, e dulcis in fundo, FONDO PERDUTO! Ma quello che ancora non si è capito è che i bonus sono solo crediti di imposta e che OGGI dobbiamo anticipare noi. Idem per quanto riguarda i famosi 500 euro per le vacanze che, è bene precisarlo, sono soldi che non si pagano agli albergatori, i quali poi dovranno chiederli a rimborso allo Stato. Il cittadino andrà anche in albergo gratis ma l’albergatore i suoi agognati introiti quando li riavrà? Vi piacciono le biciclette, con pedalata assistita e/o normale? Perfetto, andate allora a comprarla, che per il bonus ci sarà tempo! Non è corretto nascondere la realtà dei fatti dietro parole tipo FONDO PERDUTO, con il solo intento di evitare una sommossa popolare. Il Ministro Gualtieri dice: “capisco la rabbia, aiuteremo tutti”! Ma è lecito chiedersi: nel 2020 o nel 2023? Quello che emerge è che sono norme impossibili anche solo da decifrare a un giorno dal via. E tutto questo mentre in Italia ci sono ormai 1 milione di nuovi poveri, siamo prossimi ad una recessione senza eguali, affiancata da suicidi di imprenditori e migliaia di famiglie senza introiti a causa dei licenziamenti, con il rischio che le mafie si insinuino prepotentemente nella nostra distrutta economia. 
In questo pesante contesto si inserisce il Decreto Maggio del Governo Conte. E richiamiamo l’attenzione su uno dei 250 articoli previsti, proprio su quel FONDO PERDUTO ALLE IMPRESE. Quando il Premier Conte ha annunciato questa misura di erogazione liquidità vi è stato un boato di felicità. Ma la realtà è però diversa da quella auspicata. Innanzitutto, l’Agenzia delle Entrate dovrà elaborare una procedura telematica, sperando non ci siano intoppi analoghi a quelli verificatosi con l’Inps. Inoltre, c’è un surplus di macchinosità da far arrossire il più illustre degli economisti in quanto, per esempio, è necessario fare il confronto tra fatturato di aprile 2019 e quello 2020 quest’ultimo deve essere ridotto rispetto al primo di almeno 2/3. E il Fondo perduto sarà pari al 20% della loro differenza per soggetti che fatturano fino a 400 mila euro e ovviamente la percentuale di contributo andrà ad abbassarsi per imprese con fatturato maggiore. L’art. in bozza prosegue con la comunicazione che, a prescindere da tutti questi calcoli, il contributo sarà di 1000 euro per le persone fisiche e 2000 euro per il resto delle forme giuridiche. Ma non finisce qui! Attenzione a ciò che si dichiara nell’autocertificazione antimafia, che ovviamente fa parte dei documenti da preparare, perché colui che ha firmato la richiesta di bonus (anche un commercialista) sarà controllato dalla Guardia di Finanza e se si accerterà che il contributo non è spettante, si applicherà l’Art. 316-ter del Codice Penale. Attenzione ai calcoli, quindi, qui si rischia la galera e per un bonus di 1000 euro. Nel frattempo, non resta che rimboccarci le maniche e rialzarsi, consapevoli che, a prescindere dalle misure governative, dovremo contare intanto sulle nostre forze!

ROSSANA GALLO
ITALIA DEL MERIDIONE, DOTTORE COMMERCIALISTA