Se è vero che uno dei principi guida del Recovery Fund è il riequilibrio territoriale, c’è da guardare con fiducia a questo strumento di finanziamento. Le risorse, infatti, dovranno servire oltre che per aiutare le aree più colpite dalla crisi causata dalla pandemia, anche ad una perequazione reale interna alle nazioni. Soprattutto al superamento dei gap infrastrutturali, per i quali l’Ue ha già richiamato più volte il Governo. Il partito unico del nord è già in azione e il Sud rischierà di trovarsi nella condizione di veder riconosciuta solo una minima parte dei fondi perché la meno colpita dall’emergenza pandemia. Lombardia, Veneto, Piemonte sono già sul piede di guerra, pronte ad accaparrarsi come zone rosse la fetta più grande. E se le raccomandazioni da Bruxelles sono chiare in quanto le sovvenzioni dovranno essere legate a un piano nazionale di interventi e misure, altrettanto chiare sono le mire delle regioni del nord. IdM sarà vigile e pronta a denunciare ogni nuovo “scippo”, perché il sud oggi è pronto ad essere “locomotiva” della ripartenza e motrice della crescita dell’Italia.