E’ da un po’ di tempo che è sopravvenuta la moda di ricorrere alle fusioni dei Comuni, senza tuttavia comprenderne i perché e immaginarne in modo concreto gli scenari successivi. 

Le esperienze vissute in tal senso in Calabria stanno facendo ricredere sulla convenienza delle decisioni a suo tempo assunte. Perdita di identità municipale in cambio di nulla, spesso il disordine determinato dalla somma dei problemi dei Comuni fusi.

Tutto questo potrebbe verificarsi riguardo all’ipotesi paventata in queste ultime settimane della fusione dei comuni di TARSIA, TERRANOVA DA SIBARI, SPEZZANO ALBANESE e SAN LORENZO DEL VALLO . 

La fusione è il più delicato dei “matrimoni”, dove gli sposi “devono conoscersi bene, sapere su quali risorse fonderanno la loro vita, quali beni da mettere insieme, quali i vizi da sopportare e i pregi da godere. Il tutto, proiettato alla miglior vita dei propri figli”.

Fondamentale per ogni fusione è dunque studio di fattibilità, che rappresenta la materializzazione di un sogno, i motivi che lo determinano e le speranze di quando e come realizzarlo.

Omettere questa fase è folle e rappresenta il più brutto gioco d’azzardo da proporre alle collettività sociali coinvolte, a rischio di perdita delle loro caratteristiche genetiche.

Certo è che un Comune, da solo, ha e avrà vita difficile a garantire il pagamento del debito istituzionale contratto con i cittadini. Ciò non vuol dire che occorre ipotecarne negativamente il futuro. 

Lo strumento a che le istituzioni locali si mettano insieme per produrre quanto da soli è impossibile è l’Unione dei Comuni. Il modo per condividere progetti, programmi e realizzazioni comuni, lasciando gli enti locali coinvolti a vivere dignitosamente la loro identità e autonomia nelle scelte di governo municipale.

Il mio invito dunque si rivolge a tutte le forze politiche, alle amministrazioni locali e alle comunità coinvolte: si guardi a processi equilibrati di associazionismo senza fusioni a freddo. È indispensabile una programmazione di lungo termine che rispetti la volontà democratica dei cittadini e che si basi su elementi di studio concreti scevri da orientamenti puramente emotivi e demagogici.


FERDINANDO IANNUZZI

Coordinatore Idm Basso Esaro