Rubrica di Gianmarco Nero-


Quando si parla di psichiatria o di malattia mentale, i pregiudizi sono diventano molteplici. Spesso si dimentica che non tutti hanno la fortuna di essere esenti da questo male, spesso per una serie di fattori ambientali, (temperamentali ecc.) si può incorrere a soffrire di una malattia psichiatrica. La colpa non è del paziente e quindi bisognerebbe smettere di bollare queste persone come malate e peggio ancora isolarle. Il problema di questa branca medica non si ferma comunque ai pregiudizi, in quanto i problemi psichiatrici vengono spesso sottovalutati  e le cure farmaceutiche sono più di mantenimento che curative, proprio questa è la grande mannaia della psichiatria e dei pazienti colpiti, oggigiorno si tende a lavorare psicologicamente, con le sedute di psicoterapia che sono tante e a volte si rivelano molto più efficaci dei farmaci ad uscire da questo tunnel oscuro. Come non citare il grande luminare Basaglia, che fu il primo a credere che questi pazienti potevano essere recuperati senza essere chiusi in dei manicomi, che non hanno portato mai a niente se non il peggioramento e la cronicizzazione. A distanza di molti anni della legge Basaglia però, i progressi ci sono sì stati, ma poche persone sono riuscite davvero ad uscire dalle patologie mentali, spesso perché la gravità e il modo di reagire delle persone affette fa una gran bella differenza. Però se si pensa di uscirne con i farmaci si parte già col piede sbagliato, questo perché gli psicofarmaci oltre ad essere per la maggior parte dei sedativi, si portano dietro un sacco di effetti collaterali, per fortuna quelli di nuova generazione lo fanno meno, ma non del tutto, anzi. La speranza è che la ricerca faccia il suo dovere e che in futuro le probabilità di uscirne aumentino, grazie all'efficacia delle terapie.