Comitato Pro Ospedale del Reventino- La lettura della disposizione relativa all'istituzione dell'ospedale Covid a Soveria fin dalla prima lettura non ci è apparsa chiara, nonostante avessimo cercato nella grammatica il senso del provvedimento. Si parlava chiaramente di riconversione, che tradotta dalla Treccani suona così: riconversióne s. f. [comp. di ri- e conversione]. – Adattamento di impianti o attrezzature esistenti a nuovi tipi di produzione. Va da sè ipotizzare come il sostantivo non lascia spazio ad altre interpretazioni. Cosa che ci ha indotto a fare un comunicato stampa, dove abbiamo cercato di spiegare eventuali scenari possibili. Essendo noi un social governace, guardiamo con ottimismo ogni evento che possa lenire lo stato di salute precario di ogni cittadino attraverso cure specifiche. Rimane ovvio come la solidarietà debba rimanere un perno imprescindibile e universale, pertanto l'istituzione di un punto Covid presso l'ospedale lo riteniamo un fatto condivisibile. Questo però deve essere esclusivamente una disposizione che non infici l'attuale offerta clinica dell'ospedale già falcidiata dalla nota n, 82 del PRC f.f. che di fatto azzera ogni visita ambulatoriale e diagnostica non in forma urgente, lasciando una fetta sociale di cittadini priva di ogni possibile consulenza. A questo si aggiunge la Pediatria che rimane chiusa poiché la dottoressa Mancuso e stata cooptata in altre strutture. Ebbene una possibile riconversione, che tagli nettamente la medicina per far posto ai letti (20) Covid determinerebbe un forte risentimento nella popolazione che indurrebbe questo comitato a proporre azioni energiche. Discorso diverso, sarebbe l'istituzione di 20 + 20 posti, ovvero lasciando i 20 posti di medicina, e ampliando altri 20 posti Covid, nei locali dell'ex ostetricia, nel terzo piano, di fatto nella disponibilità di accoglimento e lontano dal resto, cosa che porrebbe ergini ovvi alla trasmissione del virus. Non è una questione di soldi, quelli ci sono, tra quelli del fondo sanità, i sovvenzionamenti del Decreto Calabria e i famosi 700mln di cui parlava il ministro Speranza, la quaestio non pone limiti finanziari. Pertanto rimane oggettivo, come l'unica soluzione sia quella dei 20+20. Bisogna puntualizzare come il supporto strumentale per tale disposizione debba essere conseguenziale e in linea con i LEA: una TAC nuova, RX telecomandata nuova, guardi attiva h24 di anestesia, laboratorio h16 con reperibilità notturna, numero di medici congruo per l'assistenza. Pertanto l'unica soluzione possibile rimane questa, con l'ovvietà che unitamente al package strumentale sia disposto l'invio di medici, infermieri ed oss ex novo. Facciamo presente inoltre, che da ieri sera abbiamo ricevuto decine di telefonate di cittadini, e di due sindaci del territorio, preoccupati per quanto sta accadendo. Non per ultimo siamo riusciti a metterci in contatto con una autorevole, forse uno tra i più autorevoli attori scientifici coinvolti in questa situazione. E' stata una telefonata pregna di contenuti durata 15 minuti, dove l'autorità in oggetto a tratti ha manifestato le nostre precise ed identiche perplessità in merito alla disposizione, lasciandosi sfuggire un: "veramente non si capisce bene, proverò a capirci meglio tra oggi e domani". Lo stesso si augura che il provvedimento venga posto in essere nella forma 20+20, e che un'altra soluzione rimane "improponibile". Durante la telefonata a tratti leggendo nel senso del discorso, si capiva come la disposizione dal parte del PRC f.f. Nino Spirlì, probabilmente sia stata dettata da impellenti criticità e disposta senza conoscere meglio le situazioni dei presidi interessati, sia dal punto di vista logistico, strumentale, strutturale che di risorse umane. Insomma una pecca di "pacato dilettantismo". Noi abbiamo fatto presente quanto in premessa e ridetto più volte invitando l'interlocutore a farsi da tramite e nell'ipotesi più ottimistica di farlo anche personalmente: cercare di contattare il Presidente f.f. Spirlì e renderlo edotto dei dubbi trattati e di quanto qui posto in discussione al fine di trovare la soluzione più ovvia. In questo campo resta da prendere in considerazione che in ospedale c'è un solo ascensore "piccolo" per i visitatori e uno "grande" per i barellati, cosa che si contrappone alle disposizioni covid per "percorso pulito e percorso sporco" dove trovare una soluzione potrebbe essere complicato. Noi più di questo con la solita tempestività che ci contraddistingue non possiamo fare. Ma se non dovessimo raggiungere lo scopo più ovvio sia a garanzia degli ammalati di "medicina convenzionale" che degli ammalati "covid" con la soluzione 20+20, ci vedremo costretti a far presente quanto nel contenuto di cui sopra, alle autorità competenti, per primo al Prefetto di Catanzaro.