ROGLIANO- Il Sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, ha consegnato le Chiavi della Città, durante la celebrazione della Santa Messa, alla Vergine Immacolata Patrona della Città. 
Carissimi porto il saluto mio personale e quello  dell’amministrazione comunale che mi onoro di rappresentare,
saluto i parroci, le suore canossiane, saluto le autorità militari e, con loro, i rappresentanti delle forze dell’ordine, che costituiscono, insieme ai nostri agenti di Polizia Municipale, una garanzia assoluta per la tutela dell’ordine e della legalità, per la difesa civile, per la pace collettiva, saluto tutti quanti voi.
Anche quest’anno – com’è tradizione – festeggiamo la nostra Patrona, la Santissima Vergine  Immacolata, la cui immagine ho voluto esporre sulla parete esterna della nostra sede comunale nel momento più drammatico della storia del nostro Paese dal  dopoguerra ad oggi. 
La pandemia ci ha particolarmente colpito, soprattutto, nella prima ondata del mese di marzo, producendo diffusa angoscia nella nostra comunità. Il mio è stato un gesto spontaneo e immediato, che ha portato dentro di sé un’invocazione forte, riecheggiante la preghiera corale che le famiglie, nella preoccupata intimità domestica, hanno fatto salire in Cielo. 
E’ stato come pregare a voce alta nella piazza principale della nostra Città per amplificare il coro orante, supplichevolmente sussurrato, di ogni cittadino, di ogni famiglia, elevato nella Fede e nella Devozione. 
Quella Immagine continua a campeggiare sulla nostra comunità per ricordare a ciascuno di noi che il Giorno dell’Immacolata deve essere costante nel nostro animo.
Ecco che, quest’anno la cerimonia di consegna delle chiavi della nostra Città alla Vergine Immacolata assume un significato ancora più profondo, in considerazione di questa preghiera continua che ciascuno di noi sente, ogni giorno di più, di dover fare.
Certo, ne avvertiamo il bisogno, ancora maggiore, dacché il coronavirus si è insinuato tra la nostra gente. 
In quel momento, abbiamo tutti capito il dramma che i nostri padri patirono in occasione dei terremoti che hanno funestato la comunità roglianese nei tempi passati, all’indomani dei grandi conflitti bellici del Novecento, quando premevano le esigenze vitali della ricostruzione e della ricomposizione del tessuto sociale lacerato dai morsi della miseria, della fame e del disagio. 
Oggi si tratta di riprendere un cammino lungo una strada che non sarà più quella di prima. Si tratta di ricostruire la nostra tranquillità, la nostra convivenza nella serenità e nella pace. Si tratta di ritessere i fili della coesione e della solidarietà. Si tratta di restituire un futuro alla nostra collettività, soprattutto al mondo dei nostri giovani che avverte il peso dei problemi economici e sociali sempre più in emersione dal fondo di questa congiuntura. 
Si tratta di riconvertire la nostra vita e di elevarla alla dignità della preghiera, di cui dobbiamo, appunto, renderci degni. Si tratta di farlo tutti quanti insieme, avendo ben presente che l’individualismo non è lo strumento migliore per affrontare questa durissima prova. E come i nostri padri hanno operato dando se stessi per dare prospettive di benessere alle generazioni successive, così noi, sulla scia del loro esempio, dobbiamo batterci e lavorare per ricominciare a vedere il futuro e a guardarlo con fiducia.
 Abbiamo vissuto mesi terribili. Alcuni tra noi hanno visto la morte in faccia. Molti hanno avvertito lo spettro del dramma che ancora incombe sui nostri destini. Dobbiamo ancora aspettare perché il virus venga sconfitto. Ma il nostro vissuto comunitario nel pieno della virulenza ci deve indurre a mantenere comportamenti di grande cautela e prudenza. 
Questi comportamenti hanno reso possibile il contenimento del contagio, che non ha avuto i risvolti tragici registrati altrove. Il mio pensiero va ai concittadini che hanno perso la vita e a coloro i quali hanno dovuto patire direttamente l’aggressione virale. Come sapete, ne sono testimone, una testimonianza segnata da due mesi fra ospedale e riabilitazione, trascorsi sotto disperata terapia sperimentale. 
La Vergine Immacolata, che mi ha visto crescere in questa parrocchia sotto il suo manto protettivo, che ho tenuto sempre con me e che ho pregato con il pianto di chi paventava di non potercela fare, è stata l’approdo della mia salvezza. 
Credo di non dire eresie – ben lungi da me semplicemente pensarlo – se dico che la mia guarigione è stata un miracolo, un miracolo per me, per mia moglie, per mio figlio, per i miei familiari, che mi hanno aiutato a pregare, così come  carissimi concittadini, avete fatto per voi, per i vostri cari e per la comunità intera. 
Come pubblici amministratori, pur in condizioni assai difficili – come tutti sapete – siamo riusciti ad assicurare i servizi essenziali e a dare ai nostri concittadini il senso della nostra presenza attiva e solidale. 
La Chiesa, con i suoi parroci, don Serafino Bianco e don Davide Gristina, silenti e operosi, hanno assistito la comunità come meglio non potevano, l’hanno assistita dando il senso di una Presenza Superiore, di una Protezione salvifica, di una Speranza, che è stata di conforto a tutti noi.
Grazie, grazie davvero. 
Ma ai ringraziamenti dedicheremo altra laica occasione, quando i tempi ce lo consentiranno e speriamo che questi tempi possano presto venire. Lo faremo per la riconoscenza dovuta a quanti si sono eroicamente e generosamente battuti per il superamento di quei momenti terribili. Lo faremo per attestare solennemente l’alto senso civico, responsabile, disciplinato, rispettoso, solidale, di cui ogni singolo cittadino di Rogliano e tutti quanti insieme ha dato incomparabile dimostrazione. Lo faremo perché tutto questo venga memorizzato negli annali del nostro comune e nella storia di queste generazioni. 
Che il mio “grazie”, commosso, in questo momento, tocchi l’animo di ciascuno di voi.   
Carissimi concittadini, davanti alla Vergine Immacolata, ho espresso i miei sentimenti sinceri, sentimenti di concittadino più che di sindaco; sentimenti di un uomo, di una persona, chiamata a rappresentare i vostri sentimenti e ad interpretare le vostre legittime aspettative. 
Continuo a pregare Iddio e la Madonna affinché mi renda degno di questa missione. Continuo a pregarli per la responsabilità che sento addosso, sulle mie spalle, nel mio animo; continuo a pregarli perché sono straconvinto che lo sforzo comune potrà riuscire solo avendo la Loro Assistenza e Protezione. Assistenza e Protezione che io e noi qui invochiamo, genuflessi nella Preghiera corale destinata a giungere alla Misericordia che continuerà a sorreggere la nostra vita.
Grazie
Il Sindaco
Giovanni Altomare


https://www.facebook.com/comunedirogliano/videos/295531181858533