La solitudine è come una tempesta silenziosa che pesa più forte di un macigno. 
 E, in questo nostro tempo, per certi aspetti abitudinario, penso, a pochi giorni dal Natale alle tante, troppe persone destinate a rimanere sole. 

Penso agli anziani, agli emarginati, alle persone in difficoltà, agli ammalati, alle donne e agli uomini, molti ancora giovanissimi, costretti a lasciare la nostra terra per trovare fortuna altrove. Per tanti di loro sarà un Natale dal sapore amaro, lontano dagli affetti più cari.  

Purtroppo questo virus ha stravolto abitudini di vita e coscienze. E cambierà anche il nostro Natale, uno dei momenti più attesi e magici dell'anno. Ed è proprio in questo delicato momento storico che non dobbiamo e non possiamo abbassare la guardia. Lo so, siamo perplessi, turbati, sbigottiti.  E' come se vivessimo un'altra dimensione, frastornata e imprevedibile. 

So bene, però, per quanto sia complicato anche solo da comprendere e accettare, che siamo un popolo tenace e coraggioso. Lo abbiamo già ampiamente dimostrato nei primi mesi dell'anno. 
Intanto è tempo del rispetto delle regole e delle raccomandazioni imposte oggi dal governo e contenute nel nuovo DPCM, alla luce anche dell'elevato numero di morti. Solo nella giornata di oggi quasi mille, un dato così alto che non si registrava da fine marzo ma purtroppo dimenticati dal Presidente Conte nella conferenza con i giornalisti. 

Dobbiamo pertanto, con tutte le nostre forze, evitare una nuova ondata di contagi che potrebbe essere, a detta degli esperti, più disastrosa delle precedenti. Non sono catastrofista, non è mia consuetudine, anzi, ma cerchiamo di essere responsabili e prudenti. Lo dobbiamo a noi stessi e alle persone più fragili e più sfortunate.  Perché tutto finirà e ogni cosa tornerà al suo posto e ci saranno abbracci che dureranno per sempre. 
"Dopo? Sarà bellissimo. E quel dopo arriverà presto" 

Orlandino Greca IDM