La «farsa» concretizzatasi ieri nell'Assemblea della Autorità Idrica Calabrese mi induce a scrivere, nutrendo l'assoluto rispetto per i primi cittadini componenti la medesima. Lo faccio perché, da già consigliere regionale, ritengo di essere stato tra i 30 padri della legge n. 18/2017, che ebbe modo di istituirla.
Da allora, tanto tempo è trascorso. Troppo. E' il caso di dire che tanta acqua è «passata sotto i ponti» percorrendo itinerari e conduzioni improprie.
Ieri si è raggiunto il colmo. Si è preteso di nominare un direttore generale senza l'Intesa della Regione, legislativamente e statutariamente prevista, peraltro indicato in un professionista, dipendente regionale, in favore del quale la presidente Santelli aveva tuttavia evitato in ogni modo prestare il proprio consenso manifestandolo in direzione di altri componenti la terna propostale a mente statutaria.
Un atto illegittimo, istituzionalmente irrispettoso e inopportuno, nei confronti del quale hanno espresso la motivata loro astensione – coerentemente con la volontà della defunta presidente Santelli – due importanti sindachesse, Rosaria Succurro e Maria Limardo, rispettivamente, prime cittadine del Comune di San Giovanni in Fiore e di Vibo Valentia, entrambe di Forza Italia. Allo stesso modo hanno fatto i sindaci di Castrolibero e Bocchigliero, di cui il primo presidente del Consiglio direttivo dell'A.I.C., e il commissario prefettizio della Città di Pizzo, attrezzato del suo bagaglio culturale, indubbiamente portatore di legalità.
Non è successo solo questo.
L'assemblea dell'A.I.C., astenuti i sindaci dei Castrolibero e Bocchigliero, nonché il commissario prefettizio di Pizzo, ha deciso di far ricorso, per la gestione del Servizio Idrico Integrato, ad una società in house. A quella che, a tutt'oggi, nessuno conosce, perché inesistente se non presente solo nell'immaginario collettivo del presidente proponente e del commissario regionale, che si fa fatica a ritenere tale, attesi i suoi atteggiamenti non affatto conformi alla volontà dell'Ente regionale rappresentato. Una dimostrazione di come la Regione debba destinare altrove e diversamente la propria rappresentatività
L'evento ha registrato peraltro l'ingiustificata assenza anche dell'assessore regionale all'ambiente, il capitano Ultimo, nonostante delegato a presenziare al consesso.
A ben vedere, in Calabria non passa giorno senza incorrere in errori e comportamenti contraddittori, inopportuni e inadeguati.
Ciò che più mi preoccupa è la profonda indeterminatezza della scelta effettuata dalla assemblea-burla in riferimento alla certezza della continuità lavorativa dei dipendenti della SORICAL. Più precisamente, di quelli che assicurano il background tecnico accumulato in tanti anni di servizio, nonostante una governance dimostratasi inadeguata.
Alla politica, il compito di ripristinare le regole e di salvaguardare la continuità lavorativa di tanti bravi padri e madri di famiglia, meritevoli di ogni tutela, nonché il migliore funzionamento del servizio idrico e della depurazione.

*Idm