Riproponiamo un post del Gruppo Agorà, pubblicato su Facebook, che riporta  considerazioni sulla crisi dell'amministrazione Brigante e sull'instabilità politica conseguente al modo sbagliato di formare le liste. Lo riportiamo per divulgarlo ulteriormente perchè il problema dell'instabilità post vittoria elettorale merita di essere approfondito e quello di Agora' è un primo spunto importante.

"Giorno 20 novembre tutti i decollaturesi hanno appreso che la Sindaca Brigante ha presentato le proprie dimissioni dalla carica di prima cittadina. Dalle sue parole si evince che la decisione è dipesa dalla consapevolezza di non avere più la maggioranza in consiglio e dalla stanchezza psicologica per i continui attacchi delle minoranze.

Oltre a osservare con stupore il primo cittadino mollare l’equipaggio in questo particolare momento di crisi, a nostro avviso, nelle motivazioni espresse, manca, come ormai prassi, la necessaria autocritica e presa di responsabilità di questo fallimento; autocritica che dovrebbe essere fatta un po’ da tutti coloro che si sono avvicendati negli ultimi anni. Come si è arrivati a questa situazione? Per un occhio esterno quello che è successo è molto simile alle vicissitudini già note delle due amministrazioni Cardamone, dove dimissioni e passaggi in opposizione sono stati all’ordine del giorno. Perché accade questo?

Le considerazioni da fare sono tante e l’analisi della situazione è molto complessa, c’è tanto di cui tener conto: dei meccanismi di formazione delle liste e di stesura dei programmi, del funzionamento del consiglio e della giunta, delle modalità con cui vengono prese le decisioni e del confronto tra maggioranza e minoranza.

Proviamo ad analizzare come vengono formate le liste: c’è chi dice che a livello comunale le idee politiche non contano, ci si mette insieme per il bene di tutti...una valutazione che si è rivelata errata, persone con pensieri e valori molto lontani a lungo andare non possono far altro che scontrarsi, certo, il confronto costruttivo è bene che ci sia, ma quando si hanno idee completamente diverse su principi fondamentali come possono essere i temi sociali, il sistema dei diritti, l’uguaglianza di tutti i cittadini, la visione di sviluppo economico, il modo di intendere la democrazia… è difficile, se non impossibile, prendere decisioni condivise.

Altro elemento critico nella formazione delle liste, è quello di scegliere candidati portatori di voti in quanto dotati di “largo parentato”, spesso non è quindi la storia della persona, impegnata nella politica o nel sociale, che porta alla scelta di un candidato ma solo i potenziali voti che può procurare grazie ai “parenti”. Ecco che poi ritroviamo in consiglio e in giunta persone magari oneste, ma che si trovano totalmente disorientate nell’amministrare la cosa pubblica ovvero, nel caso peggiore, persone che pensano che amministrare una comunità voglia dire restituire “favori” ai propri elettori.

Naturalmente tutto ciò dipende anche dal sistema elettorale a preferenza unica, che inevitabilmente, in una realtà come la nostra, porta tanti elettori a dare il proprio unico voto di preferenza al parente, all’amico, a chi gli ha fatto una cortesia, anche spicciola. (Ci sarebbe anche da sottolineare che il sistema elettorale maggioritario avvilisce la rappresentanza, quando il consiglio comunale dovrebbe, al contrario, essere il ritratto di tutte le istanze presenti nella comunità).

Certo le difficoltà sono tante, la gravissima situazione economica ereditata dagli ultimi 20 anni di gestione dell’ente, la mancanza di personale apicale, ma se, per il futuro, i cittadini decollaturesi decideranno di dare al voto il giusto valore che merita, sarà stato fatto un gran passo in avanti.

Passando poi ai programmi, spesso si tratta di “copia e incolla” con pochi riferimenti all’analisi del contesto sociale e dell’ente, programmi redatti come un elenco di provvedimenti che appartengono all’ordinaria amministrazione, piuttosto che all’esposizione di una visione innovativa del futuro del paese, sulla base di un’analisi del contesto che faccia leva sui punti di forza, sulle risorse, sulle vocazioni e capaci di volgere in positivo i punti deboli della nostra comunità.

Per il futuro riteniamo fondamentale, oltre a ciò, che debba esserci sullo sfondo delle compagini che si candideranno, una robusta tensione etica. Non si va ad amministrare per vanità personale o peggio per costituire un sistema di potere che consenta, grazie alle piccole o grandi clientele, di perpetuare il proprio “potere” nel paese, perfino da porre al servizio di qualche politicante regionale. Da questo punto di vista ben vengano le visioni che propongono rotazioni degli incarichi di direzione politico-amministrativa.

Chi si candiderà lo deve fare per contribuire a ricostruire una comunità ormai sfilacciata e informe, una comunità che ha il diritto di trovare risposte per tutte le gravi emergenze dell’oggi e che, dal reale sappia mettere in luce le possibilità oggettive di realizzare azioni concrete per un cambiamento del nostro destino fatto di spopolamento, povertà, indifferenza, divisione e incapacità di reagire ai fenomeni mafiosi, al quale sembra per ora votato il nostro paese."