Il Presidente del Consiglio Conte, insieme al PD e al M5S, evocano lo spettro delle elezioni per spingere la gente a sostenere il Governo e indebolire mediaticamente la posizione di Renzi, ormai scaltro e spregiudicato giocatore nelle dinamiche di palazzo, il quale gioca le sue carte per prendersi la rivincita sui vecchi compagni partito e risalire nei sondaggi. Insomma, nonostante gli innumerevoli problemi da affrontare, stiamo assistendo ad un teatrino che non rende onore alle Istituzioni del nostro Paese. La salita al Colle, fuori tempo massimo, di questa mattina mi auguro sia la ripartenza di un dibattito politico vero e non mero tatticismo. Recovery Plun, Riforma della Giustizia e tanto altro dovrebbero essere le priorità di un Governo realmente mai unito e che oggi si diletta alla indecorosa ricerca di “responsabili” tra le opposizioni, pur di non discutere sul da farsi con Italia Viva, la quale, non dimentichiamocelo, è la stampella che ha fatto nascere l’attuale maggioranza. Ma veramente il Presidente Conte pensava di governare il pluralismo della sua maggioranza con uno sterile decisionismo ad appannaggio dei dem e dei grillini? Nulla da ridire sull’uomo ma abbiamo bisogno di politici lungimiranti, con visione strategica e tattica, quella buona e della mediazione al rialzo. Se dal Quirinale dovesse arrivare il reincarico, si riporti tutto al confronto politico, recuperando il dialogo con Italia Viva e ponendo fine a teatrini e rancori. Scontato dire che il tema elezioni serva a spingere qualche parlamentare a sostenere una nuova maggioranza ma Il tema vero è la politica: con quale credibilità? Con quali progetti per affrontare le emergenze? A cosa serve imbarcare parlamentari dalle opposizioni se di per se si hanno vedute diverse e quindi ancor più distanti dagli attuali pezzi della maggioranza? Quando la politica è sostituita dall'aritmetica è la fine, il rischio della caduta è dietro l’angolo. Si inizi un percorso di riforme necessario al Paese, con l’attento contributo delle opposizioni, ma se questo non dovesse essere possibile si dia vita ad un Governo di unità nazionale che modifichi la legge elettorale, approvi il Recovery Plan e si ritorni a dare la parola ai cittadini non appena le contingenze lo consentiranno.


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