Fa
riflettere l'interesse che gli enti governativi ripongono nelle piccole opere e
la totale apatia verso le progettualità di ampio
respiro.
Tutto
secondo i piani! Obiettivo? Isolare quel polmone economico che potrebbe
rappresentare la scommessa già vinta di riscatto dell'Arco Jonico ed al
contempo di benessere diffuso per tutta la Regione: l'asse
Sibari-Crotone.
Si
continuano a foraggiare pianificazioni di bottega, legate agli interessi
centralisti, nascondendo sotto il tappeto la visione più ampia.
Come
più volte detto e scritto, personalmente, sono assolutamente favorevole al
terzo ed al sesto megalotto della statale 106. La mia perplessità , che poi si
palesa nei disegni attuati negli ultimi 30 anni è la totale mancanza di
prospettiva per quei 100km di strada (e non solo) compresi tra Sibari e
Crotone, letteralmente inghiottiti dal centralismo, nella più completa ignavia
degli amministratori locali. Non un euro, né su piani regionali, né sul tanto
discusso piano di Recovery che invero avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni,
colmare il gap tra nord e sud. E quale migliore investimento se non la statale
Jonica, specchio reale ed insindacabile dello stato di degrado ai limiti della
decenza e cartina di tornasole dell'esistenza di un sud nel sud. L'Europa ha
prescritto dei vincoli alla concessione dei fondi: tenere presente nella
progettualità delle nuove opere, l'intermodalità della connessione alle opere
già esistenti. Ebbene, puntualmente, noi rispettiamo questo vincolo ma solo in
funzione degli interessi centralisti. Provate ad immaginare, a terzo megalotto
realizzato, quindi funzionalmente connesso alla già realizzata strada a 4
corsie Doria-Firmo e senza una sua prosecuzione a sud, quale potrebbe essere la
scelta di percorso dei flussi di traffico se in un'ora e mezzo, via A2, si può
scegliere di essere sulla costa degli Dei oppure sulla baia di Copanello mentre
l'alternativa Jonica sarebbe di oltre 2 ore di corsa ad ostacoli lungo uno
slalom di rotonde e cunette per raggiungere il promontorio di Capo Rizzuto?
Oppure si pensi ai flussi turistici che atterreranno allo scalo Lametino;
pensate che preferiranno percorrere circa 80km verso nord est sulla prevista
direttrice kr-cz, o fruire della costa vibonese o del soveratese che distano 20
minuti d'auto? Parlo di scalo Lametino, perché difficilmente riesco ad
immaginare un futuro per lo scalo Pitagorico se lo stesso non sarà reso
fruibile al suo naturale bacino d'utenza: la Sibaritide. E, certamente, senza
una pianificazione infrastrutturale (prima su ferro e poi su gomma), che sia
segmento di congiunzione tra la fine del terzo megalotto e l'inizio del sesto,
pensare di portare i Sibariti al Sant'Anna è pura utopia.
Le
opere infrastrutturali dovrebbero avere una duplice valenza: materiale ed
immateriale. Dovrebbero attrarre flussi verso le località servite, non
invogliare i residenti a fruirne per allontanarsi dai loro territori
raggiungendo altri luoghi meglio forniti dai servizi. Una società sana,
dovrebbe pretendere servizi nel proprio territorio, semplicemente perché
gli stessi sono costituzionalmente garantiti, e non dimenarsi in difese, a
spada tratta, di opere prive d'anima, solo perché permetterebbero di
velocizzare il percorso verso la fruizione dei servizi presenti negli altri
territori. Rendiamoci conto che l'arco Jonico, Sibarita e Crotoniate, potrebbe
decidere autonomamente il proprio destino, se solo trovasse il coraggio di
superare ostacoli e campanili che inibiscono lo sviluppo e dilatano il ritardo
culturale. La potenzialità dei numeri assemblati, ci pone in una condizione di
giusta equità rispetto alle altre aree. Contrariamente da separati in
innaturali ambiti provinciali e con barricate sul confine di ogni comunità , il
nostro destino lo conosciamo bene: servili e funzionali agli interessi dei
capoluoghi storici. Gli stessi attori del centralismo che continuano a
trattarci, con il nostro beneplacito, come tribù d'indigeni utili solo a
saziare famelici appetiti durante le campagne elettorali, come la storia degli
ultimi 40 anni ci ha ripetutamente dimostrato. Per gli amministratori dell'Arco
Jonico, dovrebbe essere un imperativo, partorire delibere, finalizzate alla
richiesta di una strada a 4 corsie tra Sibari e Crotone. Sta a Voi, cambiare le
sorti di questo territorio, siete gli unici ad averne facoltà !
Domenico Mazza — Cofondatore Comitato per la Provincia della Magna Graecia