Se da un lato la globalizzazione ha permesso alla comunità scientifica, mediante un congiunto e straordinario sforzo, la creazione dei vaccini anti-Covid in un lasso di tempo estremamente breve, dall'altro, la logica del profitto continua a governare irresponsabilmente i processi.
Nei Paesi più ricchi, dove risiede la minoranza della popolazione globale, sono state prenotate dosi di vaccino per coprire ben oltre la metà degli abitanti.
Nei Paesi più poveri, dove invece risiede la maggioranza della popolazione globale, sono state opzionate dosi per un numero di abitanti ben al di sotto della metà.
È evidente come l'unica strada per uscire dalla pandemia, causata da un virus così contagioso e pieno di varianti, sia quella di un'equa distribuzione dei vaccini, i quali possano giungere a tutti, indistintamente, mediante una produzione su licenza a costi ridotti e che quindi, rompendo il monopolio delle case farmaceutiche, consenta a tutti i Paesi l'acquisto delle dosi. 
Cosi facendo, non solo sarebbe garantito il reale rispetto dei diritti umani, salvando la vita a milioni di persone, ma anche una rapida uscita dall'emergenza, evitando l'insorgere di ulteriori focolai e mutazioni del virus (che renderebbero dunque inutili le vaccinazioni già effettuate) ed evitando ulteriori sforzi economici e psicologici a famiglie ed imprese. Pasquale Villella 
Commissario IdM Castrolibero