Il rappresentante legale della Siarc, società che fornisce i pasti con un contratto in regime di prorogatio in attesa di un giudizio pendente presso il Tar, ha spiegato che alcune difficoltà sono dovute al fatto che "da settembre sono entrate in vigore le nuove norme anti Covid e di conseguenza la Siarc si deve attenere alle procedure stabilite che prevedono, fra l'altro, di servire il pasto in monoporzioni sigillate.

"Lo scorso anno il primo piatto arrivava presso le scuole in vassoi multiporzione e lo spiattamento avveniva direttamente nei locali destinati a refettorio che quest'anno non è possibile utilizzare, nella quasi totalità delle scuole, inquanto gli stessi sono stati adibiti a classi.

La nostra società – spiega ancora l'avvocato Albano - sta però studiando una soluzione condivisa con i dirigenti delle scuole lametine per permettere uno spiattamento sul posto e risolvere questo annoso problema, che non è riconducibile alla Siarc, essendo solo conseguenza delle nuove normative anti Covid.

Voglio sottolineare che nei giorni scorsi l'Asp ha fatto una visita al centro cottura e non ha riscontrato anomalie.

Su alcune testate si parla di ulteriori controlli, a tal proposito la Siarc é disponibile ad aprire le porte ad ogni tipo di verifica, invitando inoltre il prefetto e la stessa Asp a sedersi ad un tavolo condiviso per risolvere le criticità".