ROMA (ITALPRESS) – “Decreto Sostegni? Il Presidente Draghi ha detto la verità. Si tratta di misure assolutamente insufficienti, senza dimenticare i 32 miliardi che erano stati autorizzati dal Parlamento per coprire le chiusure a cavallo delle feste di Natale. Adesso siamo a marzo inoltrato, tutti in quasi lockdown con la prospettiva di arrivare in questa situazione a maggio”. Lo afferma in una nota il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana.
“C’è
forse qualcuno che pensa che riapriremo tutto per il ponte del 25 aprile e del
1 maggio per far ripartire la quarta ondata? Secondo il Centro Studi di
Confassociazioni, tra il 2020 e l’inizio del 2021 abbiamo perso più di 350
miliardi di fatturato senza contare il nero che si sta espandendo a macchia
d’olio, anche a causa della criminalità organizzata e dell’usura – prosegue -.
Certo, nel Decreto è stata finalmente eliminata l’iniquità dei codici Ateco ma,
che siano 2.500 o 3500 euro quelli che riceverà la platea di oltre 3 milioni di
beneficiari, stiamo parlando di cifre tra i 4 e gli 8 mila euro tra il 2020 e
il 2021 che non coprono nemmeno il 5% dei costi fissi di coloro che sono stati
costretti a chiudere per periodi prolungati”.
“Ecco
perchè serve subito un nuovo scostamento per salvare imprese e partite IVA dei
settori più colpiti come studi professionali, ristoranti, bar, alberghi,
servizi alla persona (parrucchieri, barbieri, estetisti), eventi, palestre,
piscine, discoteche, attività culturali. E, dunque, altro che ulteriori 20
miliardi ipotizzati dal Governo: fatti i calcoli su quanto perso anche nel
2021, ce ne vorrebbero almeno 50 – aggiunge Deiana -. E questo perchè, anche
con gli 11,5 miliardi del Decreto Sostegni, arriviamo a circa 40 miliardi di
euro a supporto di imprese e partite IVA. Una cifra che è solo il 25% dei 180
miliardi di euro stanziati tra scostamenti e Legge di Bilancio. Nello stesso
periodo in Germania, al sistema imprenditoriale e professionale è stato
indirizzato quasi il 60% degli oltre 300 miliardi stanziati. Altro che il
timido intervento sulle cartelle e la pur gradita decontribuzione di 1,5
miliardi: le perdite sono gravissime e la necessità più urgente rimane la
liquidità. Altrimenti stimiamo che, nei prossimi 9 mesi, rischiano di chiudere
almeno una impresa su quattro sotto i 10 dipendenti, che sono circa 4 milioni.
E questo provocherebbe conseguenze disastrose sul piano occupazionale quando
finiranno il blocco dei licenziamenti e la cassa Covid. Perchè se una partita
iva chiude o un’impresa porta i libri in tribunale, si distrugge capacità
produttiva e occupazionale oltre a quella fiscale che ne deriva. E se si
perdono imprese e capacità produttiva, ci vorranno tanti anni per recuperarle”.
(ITALPRESS).