( dalla pagina del Comitato Pro Ospedale del Reventino)

"Mario Draghi, l'uomo della provvidenza, dopo quaranta giorni (il periodo è quello) si é schiodato dalla croce e ha parlato. Lo ha fatto con il suo stile istituzionale forgiatosi tra commissione europea e banca d'Italia; sicuro, fluido, velatamente ironico a tratti, sembra aver conquistato la maggioranza degli editorialisti e intellettuali che a una - prima uscita - per abitudine, attendono al varco la preda per divorarla. Su Draghi c'è un approccio plebiscitario, dovuto anche al fatto che ha in seno all'assise quasi tutti. Non è sfuggito a nessuna domanda, e sul Mes, più che accompagnato da domande degli accreditati in sala, c'è andato da solo. E ha spiegato che non è il caso di accollarsi altri "mutui", visto che - per sua ammissione - i soldi del Mes sarebbero serviti soprattutto per togliere la sanità dal pantano in cui si é aggrovigliata. E spiega con un articolato è conciso intercalare che: i soldi del mes sarebbero un toccasana per il comparto  solo se l'utilizzo verrebbe supportato da un progetto dell'healt care, serio, preciso e strutturato. Senza questo, i soldi del mes verrebbero in un certo qual senso dilapidati per approssimazione. Tutto fila liscio, ma nessuno in sala gli ha chiesto perché la sacrosanta riorganizzazione della rete ospedaliera nazionale sul PSN non la facciano. Anzi è stato lo stesso Draghi ad aggiungere a margine della sua spiegazione che qualora si facesse il progetto dovrebbe essere condiviso dai partiti in aula, sentendo anche istituzioni periferiche e convogliando anche il consenso dei cittadini. Insomma, nel merito Draghi c'è, il dramma della sanità lo comprende, resta solo da capire se ha voglia di metterci mano. Serve anche qui la semplificazione come per il codice degli appalti, perché di tempo se né é già perso fin troppo."


Il presidente del Comitato Pro Ospedale 

Alessandro Sirianni