“Ha dell’incredibile leggere sulla stampa locale la presentazione di pseudo proposte di legge che dispongono tout court l’istituzione di Arpal Calabria, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, che andrebbe ad assorbire i Centri per l’impiego calabrese e che dovrebbe occuparsi della riorganizzazione del mercato del lavoro, regolamentandolo in ossequio alle ultime innovazioni legislative adottate a livello centrale. Una proposta inopportuna e giuridicamente di dubbia correttezza, atteso che il Consiglio regionale è pressocchè sciolto e non è legittimato ad assumere decisioni di questa straordinarietà”. Lo affermano in una nota la segreteria generale FP CGIL Calabria Alessandra Baldari, la segretaria generale CISL FP Calabria Luciana Giordano, il segretario generale UIL FPL Calabria Elio Bartoletti.
“Un’inaccettabile
accelerazione in fase di fine legislatura, dunque, su un processo che dovrebbe
rivoluzionare strutturalmente le regole del mercato del lavoro. Troppo spesso
si è vista consumare la consuetudine di adottare, proprio negli ultimi scorci
di legislatura, provvedimenti normativi di estrema importanza su temi
fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico della Calabria! E troppo
spesso i calabresi ne hanno pagato le amare conseguenze! Un’idea, quella
dell’istituzione dell’ARPAL che serpeggiava da qualche tempo per i corridoi
della Cittadella regionale e sulla quale le Segreterie regionali e aziendali di
CGIL, CISL e UIL del pubblico impiego avevano chiesto informazioni e notizie ai
diretti interlocutori politici, sollecitando un urgente incontro sulla
questione, senza ricevere alcuna risposta. Un’idea, quella dell’istituzione
dell’Agenzia, che era stata scongiurata dalle scriventi Organizzazioni
Sindacali in sede di applicazione della riforma degli assetti istituzionali
dettata dalla legge Delrio, che aveva visto in altre Regioni d’Italia il
trasferimento di compiti e funzioni dai Centri per l’impiego ad Agenzie
regionali già esistenti. È il caso di rammentare che la legge di bilancio 2018
aveva stabilito che entro il 30 giugno dello stesso anno si doveva realizzare
il trasferimento del personale dei Centri per l’Impiego con contratto a tempo
indeterminato ed il subentro nei rapporti a tempo determinato dalle
Province/Città Metropolitane alle Regioni o all’Agenzia o Ente regionale
costituito per la gestione dei Servizi per l’impiego. La Regione Calabria nel
2018, in stretta sinergia con le Parti sociali, ha avuto la capacità di
rispettare detto termine, garantendo il passaggio dei Lavoratori dei CPI nei
ruoli Regionali, riuscendo a mettere a frutto i termini codificati nel CALABRIA
Protocollo sottoscritto il 1 marzo 2018 dalle Sigle Sindacali Confederali di
Categoria e l’assessore al ramo pro tempore. Un Protocollo che aveva sancito in
maniera chiara e definitiva l’opportunità di far confluire i Centri per
l’impiego calabresi nella Regione. Un’operazione, quella, che aveva visto la
Calabria definire per prima e nel migliore modo possibile, un passaggio
istituzionale che in altre Regioni d’Italia si è rivelato molto più lungo e
complicato. Cancellare anni di battaglie sindacali, superate grazie a un
costruttivo dialogo con gli interlocutori istituzionali e politici dell’epoca,
con la presentazione di un disegno di legge regionale che rimette in
discussione scelte istituzionali ponderate e mediate, come se il passato e la
storia del percorso professionale di centinaia di lavoratori non fossero mai
esistiti, è decisamente inaccettabile. Soprattutto anche in considerazione del
fatto che proprio in questi mesi il Dipartimento regionale Lavoro è impegnato
nella rimodulazione del “Piano per il rafforzamento dei Centri per l’impiego”
che si caratterizzerà su tre momenti: l’adeguamento e ampliamento delle infrastrutture,
la digitalizzazione e il reclutamento del personale da assegnare. Con un
investimento di 17 milioni di euro”, continuano i sindacalisti di Fp Cgil,
Cisl Fp, Uil Fpl.
“E’ il caso di ricordare ai “velocisti dell’ultima ora” che questo disordine
istituzionale non tiene conto delle ricadute nefaste che questa malaugurata
scelta potrebbe avere sui dipendenti dei Centri per l’Impiego. Le Segreterie
regionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL della Calabria ribadiscono, pertanto,
la ferma e netta contrarietà a una siffatta scelta, ribadendo quanto già da
tempo richiedono, inascoltati, cioè l’avvio di un serio e responsabile
confronto sulla riorganizzazione dei Centri per l’impiego, sul loro
potenziamento e sulla piena applicazione di quanto disposto dalla normativa
nazionale anche in materia di infrastrutture informatiche da connettere al
resto del Paese. Si richiama, altresì, l’attenzione del vertice politico della
Regione Calabria che è su questi obiettivi che deve concentrarsi piuttosto che
elaborare fantasiose riforme che produrrebbero soltanto ulteriori guasti e
inefficienze. Gli scriventi si riservano di mettere in campo ogni forma di
mobilitazione e protesta disciplinata dal sistema di relazioni sindacali nel
caso in cui si dovesse procedere con la proposta di legge istitutiva
dell’ARPAL!”, concludono Baldari, Giordano e Bartoletti.