"Nel
quadro più generale degli “USI IMPROPRI” che in taluni casi caratterizzano il
ricorso agli ammortizzatori sociali per COVID-19, previsti dalle varie norme
emanate per far fronte alla crisi, ne segnaliamo uno che segna pesantemente il
settore della forestazione per il contrasto al dissesto idrogeologico, che,
come è noto è finanziato con risorse di Stato e Regione. Più che la lotta al
dissesto idrogeologico, però, da tempo alla Regione Calabria pare proprio
interessare prioritariamente il fare cassa con qualunque espediente, anche
quelli “borderline”. Da marzo 2020, infatti, centinaia di operai
idraulico-forestali della provincia di Cosenza sono stati collocati in cassa
integrazione per Covid-19 per oltre 5 mesi, di cui 3 con pagamento diretto da
parte dell’Inps. Una condizione che oltre a comportare procedure farraginose e
tempi lunghi nei pagamenti determina una perdita di reddito molto pesante per i
lavoratori con decurtazioni che arrivano al 40%.
Quali
sono le reali ragioni di un ricorso così massivo ed inopportuno della cassa
integrazione per gli operai idraulico forestali imposta dalla Regione Calabria?
La motivazione di fondo è quella che non ci sarebbero le sufficienti coperture
finanziarie ordinarie e si cercherebbe così di far quadrare i conti ricorrendo
alla cassa integrazione e scaricando sulla spesa pubblica una parte consistente
del costo. Noi riteniamo, invece, tale motivazione pericolosa e infondata.
Pericolosaperché
sminuisce la lotta al dissesto idrogeologico e tutte le attività ad essa
funzionali.
Infondata
perché negli ultimi 4/5 anni il numero degli addetti alla forestazione è
drasticamente diminuito per ragioni anagrafiche. Nonostante questo, la regione
Calabria, continua ad accreditare questa tesi, che ha già impedito, con il
precedente Governo Regionale, il rinnovo del Contratto Integrativo dopo ben due
anni di trattative e continua con l’attuale Giunta Regionale attraverso il
ricorso strumentale ed immotivato alla cassa integrazione per COVID-19 con
pagamento diretto a carico dell’Inps. Una vicenda con molte ombre sulla quale
qualcuno dovrà prima o poi dovrà dare conto.
Noi
diciamo NO a questo modo di fare, diciamo NO all’uso improprio e strumentale
degli ammortizzatori sociali sulla base di presunti contagi e quarantene per
COVID-19 tra i lavoratori che sono semplicemente risibili per numero in
rapporto al territorio di cui devono occuparsi! Certo che se l’andamento
epidemiologico dovesse impennarsi nel prossimo futuro il ricorso a tutte le
forme di tutele della salute dei lavoratori, sarebbe più che legittima e
giustificata. Il sindacato regionale di categoria, sull’argomento, ha sempre
espresso riserve e contrarietà , non di meno le oo.ss. Flai, Fai e Uila della
provincia di Cosenza, ribadiscono la loro contrarietà . Siamo pronti a tutte le
iniziative possibili, - concludono - anche quella di valutare i
presupposti per un ricorso al TAR".