La Sezione Prima del Tribunale Amministrativo della Calabria ha accolto il ricorso del Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi, della sua vice Tommasina Lucchetti e del consigliere camerale Francesco Viapiana contro il decreto n. 117 del 23.10.2018 dell'allora Presidente della Giunta regionale Mario Oliverio con cui si riteneva che la Giunta camerale fosse illegittima.
La sentenza ha così messo la parola fine ad una vicenda
annosa che era culminata con l'improvvisa nomina di un Commissario
straordinario dell'Ente camerale disposta dal Presidente Oliverio. Con
quell'atto, al nominato commissario erano stati conferiti tutti i poteri del
Presidente, del Consiglio e della Giunta Camerale nonostante il Consiglio di
Stato, con ordinanza dell'1 agosto 2018, avesse disposto la sospensione degli
effetti del cosiddetto "Calenda bis", il Decreto Ministeriale di
riforma del sistema camerale secondo il quale erano sospese le procedure di
rinnovo dei Consigli camerali dopo il 20 settembre 2017.
Una vicenda complessa che ha visto l'Ente camerale resistere
in giudizio grazie alla ferma convinzione e alla determinazione professionale
dell'allora Segretario Generale Maurizio Ferrara. Oggi, quindi, giunge la
conferma della legittimità di tutti gli atti compiuti da lui, dalla Giunta e
dal Consiglio della Camera di Commercio di Catanzaro.
«Siamo certamente soddisfatti del pronunciamento dei
giudici amministrativi – ha commentato Rossi -. Era una notizia che attendevamo
e che non ci coglie di sorpresa, certi com'eravamo di essere nel giusto. Ma la
conferma che viene dall'organo giudiziario serve a mettere in chiaro alcuni
punti fondamentali della vicenda. Rimane solo l'amarezza di essere stati
indicati pubblicamente come "illegittimi", come "abusivi"
quando invece la nomina di Giunta e Consiglio è stata non solo espressione
delle categorie professionali, ma soprattutto formalmente corretta. E rimane
l'amarezza derivata dal trattamento riservatomi, in qualità di Presidente, in
alcune circostanze ufficiali come la mia prima assemblea nazionale di
Unioncamere, a cui ho potuto partecipare solo come "ospite" e non
come rappresentante della Cciaa di Catanzaro. O come alcuni incontri di
Unioncamere Calabria che nei confronti dell'Ente catanzarese e dei suoi
rappresentanti legalmente eletti aveva assunto un atteggiamento tutt'altro che
istituzionale. Dispiace, poi, per quei consiglieri camerali che, nominati dalle
associazioni di categoria, avevano ritenuto giusto dimettersi senza riconoscere
la correttezza dell'operato del sottoscritto, del Segretario Generale e degli
altri componenti di Giunta e Consiglio. Ma ormai è acqua passata, questo
pronunciamento restituisce onore e decoro alla Camera di Commercio di
Catanzaro, ove mai questi fossero stati messi in discussione dalla protervia e
dall'arroganza di chi pensava, erroneamente, che l'Ente potesse essere guidato
illegittimamente».
Soddisfazione per il pronunciamento del Tar calabrese anche
da parte degli avvocati che hanno assistito l'Ente camerale in questa
tormentata e complessa vicenda, Danilo Sorrenti e Michele Di Donna: «Il Tar ha
confermato quanto abbiamo sostenuto nel procedimento: la nomina a presidente di
Daniele Rossi e della sua Giunta si erano perfezionate e gli stessi dovevano
considerarsi validamente costituiti e insediati nell'esercizio delle loro
funzioni, con piena legittimità di tutti gli atti posti in essere. Inoltre, il
Tar ha affermato che la Regione Calabria ha operato illegittimamente, in quanto
avrebbe, invece, dovuto trarre una sola e coerente conseguenza: con
l'inefficacia dei decreti "Calenda" e "Calenda bis" era
oramai venuto meno l'unico motivo su cui aveva sino a quel momento
pervicacemente osteggiato il procedimento di rinnovo del Consiglio camerale di Catanzaro,
pertanto non solo non era necessario ma soprattutto non era legittimo nominare
un Commissario straordinario».