Il ricordo di ciò che è stato e che non dovrà più essere, è un obbligo morale. Contestualizzare al presente un momento di riflessione sulla libertà, significa per me cogliere il senso pieno di questo giorno di festa.
Oggi è la ricorrenza della liberazione del nostro Paese dall'oppressione nazi-fascista. Un percorso di liberazione dalla dittatura che culminò con la nascita della Costituzione, quell'insieme di principi e leggi che regolano il nostro vivere civile. Non soltanto fredde regole da dover rispettare ma anche mete da raggiungere: questa è la nostra Costituzione, un testo programmistico e in evoluzione. Tuttavia, per farla evolvere, non basta leggerla. Non bastano i giuristi che la commentano e la illustrano. Bisogna metterci dentro la forza e la credibilità della politica.

Allora domandiamoci che cosa è oggi per i giovani la Costituzione. Che cosa si può fare affinché i giovani sentano che nel difendere, nello sviluppare la Costituzione, continui, sia pure in forme diverse, quella Resistenza per la quale in molti diedero la vita. Per me l'articolo più bello della Costituzione è l'articolo 3, il quale dice che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale i quali, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese." Ma anche l'articolo 4, nel quale vi è un altro impegno: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto."
E poi c'è l'articolo 36: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro, e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé ed alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa."
Dunque, finché ci saranno intere generazioni che cerchino invano lavoro, famiglie alle quali non sia garantita un'esistenza libera e dignitosa ed un Paese che continui a viaggiare da Nord a Sud a velocità diverse e nell'indifferenza generale, ci sarà ancora tanta strada da percorrere per realizzare davvero la Costituzione e rendere effettiva ogni forma di libertà. È questo il punto essenziale della Costituzione.

Dopo più di un anno di pandemia, siamo alla vigilia di un appuntamento dalla portata storica, quello del Recovery Plun. Oggi 500 sindaci scenderanno in piazza a Napoli per rivendicare un'equa ripartizione delle risorse del Next Generation UE in quanto, nonostante da Bruxelles fosse chiara l'indicazione sui criteri di distribuzione delle risorse basati su PIL, popolazione e disoccupazione, il Governo Draghi, chiaramente sotto la spinta di componenti a trazione settentrionale, rivede quegli stessi criteri, assegnando al Mezzogiorno solo il 40% dei 200 miliardi del Recovery. Ecco, è qui che si gioca la forza e la credibilità della politica, perché bisogna porre fine a quell'oppressione di gruppi d'interesse su una parte del Paese, vista soltanto come luogo geografico dal quale attingere forza lavoro e rivendicare la validità dei propri sistemi produttivi. Rinunciando, di fatto, ad una dimensione nazionale di mercato e rinunciando alla rimozione di quei blocchi che il Paese si porta dietro da oltre un secolo e mezzo.
Un Mezzogiorno che cresce, rappresenta un'opportunità per l'Italia intera e per l'intero bacino del Mediterraneo. Un Mezzogiorno che cresce, significa spezzare le catene del sottosviluppo che oggi continuano in modo asfittico a caratterizzare le nostre comunità e a tarpare le ali di grandi potenzialità inespresse.

Buon 25 aprile. 🇮🇹

Pasquale Villella 
Commissario IdM Castrolibero