Leggere di amministratori comunali che “dialogano”, più o meno spontaneamente,  con le organizzazioni criminali è diventata la normalità in Calabria.

Ma perché succede sempre con più frequenza?

Un giornale come il nostro, dedicato principalmente al mondo della politica e delle amministrazioni comunali della Provincia di Catanzaro, vuole buttare una pietra nello stagno per cercare di stimolare un dibattito nel quale gradiremmo intervenissero, anche in modo riservato, amministratori di piccoli e medi centri che si sono trovati a dover fronteggiare da soli “dialoghi cordiali o aspri” con singoli o organizzazioni.

Per cercare di capire il perché succeda con più frequenza il contatto fra i comuni e le organizzazioni criminali bisogna tenere conto che:

  • È da molti anni che in Calabria l’azione di controllo e di contrasto alle organizzazioni criminali è diminuita e resa meno efficace per la trasformazione delle caserme dei Carabinieri da baluardo democratico, e punto di riferimento e sostegno dei Sindaci, in uffici costretti ad agire spesso con procedure limitative;
  • La trasformazione dei partiti e l’elezione diretta del Sindaco ha portato ad una solitudine dello stesso, che si trova ad operare senza avere dietro la sezione del partito, che in passato aveva una funzione di sostegno e controllo del suo operato amministrativo oltre che politico;
  • Le organizzazioni criminali si sono infiltrate perfettamente nelle attività imprenditoriali e professionali e pertanto anche quelle che appaiono come imprese serie e corrette dietro hanno finanziatori e padroni con i quali un Sindaco da solo ha difficoltà a “discutere”;
  • La crisi economica, accoppiata a modi di vivere consumistici, ha allargato il numero dei funzionari pubblici permeabili per bisogno alla corruzione;
  • L’abolizione dei Comitati di Controllo sugli atti dei Comuni ha tolto quello che era un filtro fondamentale per prevenire il malgoverno;
  • La trasformazione dei segretari comunali da rappresentanti nei comuni della Prefettura (Ergo dello Stato) in semplici segretari del Sindaco ha privato i comuni di un altro organo che in passato esercitava un ruolo fondamentale specialmente nei piccoli comuni;
  • La propaganda sull’antipolitica ha trasformato i Sindaci da Autorità Locale, alleata ed in rapporto di collaborazione con tutti gli  altri organi dello Stato, in bersaglio dei procuratori politicizzati o in cerca di notorietà sui giornali;
  • L’espansione economica delle consorterie criminali ha portato le stesse ad allargare il loro raggio di influenza territoriale ed anche delle attività economiche gestite.

In una situazione simile cosa può fare un Sindaco di un paese dove esiste ed è consolidata una organizzazione criminale strutturata e ramificata in modo tale da riuscire a condizionare il risultato delle elezioni comunali?

Io penso che deve fare il suo dovere perché oggi in Calabria c’è Gratteri, con dietro tanti magistrati seri e carabinieri, poliziotti e finanziari svegli ed attivi e gli organi di stampa, e l’opinione pubblica, deve guardare agli esempi positivi, che sono sempre di più, e non a quelli negativi che vanno politicamente eliminati con l’arma del voto.
                                                                                                                              continua