Crotone. La cittadinanza è un rapporto giuridico che lega un
soggetto ad uno Stato di “appartenenza”.
La stessa viene disciplinata per legge “e non per “ordinanza
sindacale” o per “regolamento comunale”
Il motivo è molto semplice: occorre che il cittadino abbia
dimostrato di aver acquisito la consapevolezza dei valori dello Stato, ne abbia
accettato i contenuti e che non vi siano condizioni ostative, neanche
famigliari, alla nostra cultura (tristi sono le cronache giudiziarie anche
recentissime che ne evidenziano le ragioni).
Ora immagino che il nostro sindaco abbia voluto lanciare una
provocazione, lo si deduce dall’aggettivo “simbolica”, quando si propone di
estendere la cittadinanza ai bambini che frequentano la scuola crotonese, sia
pure se nati in Italia.
Quindi valutiamola come tale.
Però, signor sindaco, non crede che una sua intenzione di
estendere, sia pure solo simbolicamente, una “appartenenza culturale” debba almeno
passare attraverso una più ampia discussione?
Ma io accetto la provocazione e rilancio: non è che il
nostro sindaco abbia ancor più esasperato il suo delirio di onnipotenza
sostituendosi anche al Presidente della Repubblica, unico soggetto in grado di
concedere la cittadinanza, su proposta del Ministro dell’Interno e sempre in
presenza di requisiti previsti dalla legge?
Legge che, lo ricordo a me stesso, sta avendo difficoltà di
percorso da circa trent’anni nelle più legittimate aule parlamentari, con la
sua controversa e discussa estensione del requisito dello ius soli alternativo
allo ius sanguinis, tra quelli sufficienti alla concessione della stessa
cittadinanza.
Estensione avversata dalla parte politica che rappresento
per ovvie motivazioni di carattere esclusivamente identitario e non cerco
campanilistico o discriminatorio.
Troverà quindi una ferma opposizione qualora dovesse portare
in consiglio una simile proposta, per le ragioni sopradette, non certo per
prese di posizione, anzi, al contrario, per non discriminare coloro che
ottengono la cittadinanza dopo aver effettuato il prescritto percorso giuridico
social culturale.
Concludo, quindi, come in altre occasioni, considerando
questa ennesima strampalata esternazione che strumentalizza addirittura anche
bambini, considerati crotonesi ma solo sulla fiducia, da parte del nostro primo
cittadino, solo e coerentemente una inutile prosecuzione di una, oramai sempre
più sterile, campagna elettorale sempiterna.
Giuseppe Malena, commissario cittadino Fratelli d’Italia di
Crotone