La politica, i giovani e la libertà.

Spesso nel linguaggio comune si sente dire che i giovani del terzo millennio, la cosiddetta next generation, sono superficiali, con poca educazione e completamente privi di ideali. In realtà basterebbe proiettarsi indietro nel tempo, immaginandosi nell'agorà o nell'aeropago dove insegnava Socrate o più semplicemente basterebbe leggere la Repubblica di Platone per capire che quello della gioventù è un tema senza tempo, che da sempre agita e infiamma vivaci dibattiti.

.."E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di  lui, che i giovani pretendano gli stessi  diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. " ...diceva Platone

Il valore dei giovani dipende dalla azione sinergica di tutte le agenzie educative: la famiglia innanzitutto ma anche la scuola, la chiesa, l'associazionismo. La crescita  delle giovani generazioni è strettamente legata ai valori che la società del tempo riesce a trasmettere e dagli esempi che riesce a garantire anche attraverso la certezza della formazione delle future classi dirigenti secondo un sistema meritocratico e selettivo. Ed è qui che il tema diventa politico. 
Ecco, la politica, quella nobile arte di guidare i processi evolutivi di una società ma che oggi sembra aver abdicato al populismo ed alla tecnocrazia, deve riscoprire il senso autentico della rappresentanza, proporre una rinnovata visione della società e saper guardare al futuro senza perdere di vista gli insegnamenti del passato.

Da padre di famiglia sono consapevole che le giovani generazioni rappresentino la nostra linfa vitale. 
La generazione dei "millennials" (i nati tra il 1981 e il 1996) stanno già 'invecchiando' sotto il peso di due cambiamenti epocali: la rivoluzione digitale, di cui sono massimi utenti ed esperti, e la scarsità di lavoro e reddito. 
I giovani figli della generazione Z, la generazione smart che coltiva la scoperta di nuovi mondi costruendo una società  basata sull'intelligenza artificiale ha la necessità di essere supportata da educatori saggi per non disperdere  i valori antichi.

Dunque è impensabile che ai giovani  non venga messo a disposizione un eccellente sistema d'istruzione che li proietti, poi, verso il tessuto produttivo della società che sia in costante rinnovamento, capace di sviluppare sempre più know how, innovazione tecnologica e sempre più mercato; ciò al fine di implementare il numero di aziende e incrementare l'occupazione e, di conseguenza, il livello di benessere, quel livello di benessere che genera libertà e produce a sua volta civiltà. 

Istruzione, ricerca e lavoro sono i temi del nuovo millennio, nonché nodi da sciogliere. Il futuro non può essere soltanto il pubblico impiego ma anche e soprattutto l'iniziativa economica privata.
Sono questi i temi che devono (ri)animare il dibattito politico, (ri)formare i programmi elettorali per persuadere e convincere l'elettore sfiduciato.  
È questa la battaglia da vincere nel futuro prossimo: guadagnare la fiducia dell'elettorato proponendo programmi reali, che riabilitino l'immagine sfigurata della politica. 
La vittoria elettorale deve passare attraverso la convinta adesione dell'elettore ad un programma che non sappia di vecchio, che abbia il respiro del cambiamento, che rivitalizzi le coscienze, che motivi gli uomini e nobiliti gli animi. Non è dignitoso e non è rispettoso pensare di
di rimediare una vittoria di Pirro dispensando mance elettorali, gli 80 euro di Renzi, il reddito di cittadinanza dei 5Stelle, la dote di 10.000 euro proposta da Letta.
Così si perde tutti. 
Mai come oggi riecheggia nella mia mente la celebre frase del grande Alcide De Gasperi: "Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione."
Buona domenica Orlandino Greco IDM