Ennesimo colpo basso di Sacal sulla pelle dei lavoratori! Nella giornata di ieri è arrivata la comunicazione alle organizzazioni sindacali, a firma del direttore generale e del responsabile risorse umane, con la quale si comunica che per tutti i dipendenti il pagamento degli stipendi di questo mese avverrà in ritardo, a causa della crisi che – a detta della società – è ricollegabile esclusivamente all'emergenza Covid.

Per l'ennesima volta, mentre nelle segrete stanze della società avviene di tutto e di più, mentre soci pubblici e soci privati litigano e l'immobilismo, con la complicità della politica regionale, sta aprendo nei fatti la strada alla privatizzazione, centinaia di lavoratori, dalla sera alla mattina, scoprono che per questo mese non riceveranno né lo stipendio di maggio che ancora avanzavano né tanto meno quello di giugno. Il tutto avviene il giorno prima della data prevista per il pagamento, senza la minima considerazione umana della condizione reale di tante famiglie, molte delle quali monoreddito. Non possiamo accettare che i lavoratori Sacal siano trattati così, non possiamo più tollerare che una società ad oggi ancora a partecipazione pubblica decida tutto e il contrario di tutto senza la minima trasparenza e senza dar conto alla collettività delle proprie scelte. Non è certo " notizia del giorno" la situazione di grave crisi di liquidità della Sacal, messa nero su bianco nel verbale dell'ultimo incontro del 22 giugno scorso tra la società e le organizzazioni sindacali.  Addirittura risale a fine maggio la richiesta disperata di Spirlì e Orsomarso, che si voleva far passare sotto silenzio, di un prestito di 4 milioni di euro a Fincalabra per salvare Sacal. E' mai possibile che, alla luce di questo quadro, si doveva aspettare il giorno prima per comunicare ai lavoratori il mancato pagamento del mese di giugno?

Al presidente De Metrio e al direttore Farabbi chiediamo per l'ennesima volta di dire chiaramente, nelle modalità che riterranno più consone, in quali condizioni si trova la Sacal. E' una crisi "momentanea" legata al Covid o ci sono ragioni strutturali? C'è uno sbocco positivo o la Sacal sta andando verso il default? Basta silenzi e riunioni segrete. De Metrio e Farabbi dicano ai calabresi come stanno le cose.  E visto "l'amaro mese di luglio" che tanti dipendenti del nostro aeroporto vivranno dopo la comunicazione di ieri, ci auguriamo almeno che il presidente De Metrio e il direttore generale Farabbi abbiano avuto il buon senso di rinunciare anche essi al loro lauto compenso mensile fin quando i lavoratori non riceveranno gli stipendi di maggio e giugno.  Se è un periodo di crisi, dev'essere crisi per tutti altrimenti significa che a pagare saranno solo i lavoratori e le loro famiglie, ai quali esprimo nuovamente tutta la mia solidarietà e il mio sostegno.

Inascoltato anche il nostro appello a fare chiarezza in vista dell'assemblea dei soci prevista per domani, dopo che l'ultima riunione è stata sospesa a causa dei conflitti tra soci privati e soci pubblici. I calabresi hanno diritto di sapere se la società di gestione degli aeroporti calabresi stia andando o meno verso la privatizzazione e quali saranno i contraccolpi sotto tutti i punti di vista, a cominciare dalla tutela dei lavoratori e dalle prospettive future dell'aeroporto di Lamezia. Presidente Spirlì, presidente De Metrio, direttore Farabbi: il silenzio sulla Sacal deve finire!

In vista dell'assemblea di domani, chiediamo inoltre che vengano date risposte immediate agli stagionali dell'aeroporto che rischiano di restare a casa dopo anni di lavoro. Hanno diritto ad avere risposte tutti i lavoratori aeroportuali sul loro futuro. Noi continuiamo a stare dalla parte dei lavoratori. Chiediamo immediatamente trasparenza sulla situazione della Sacal nell'interesse di tutti i cittadini calabresi.

Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune)