Chi non si dispiace non può fare politica.

Queste parole sono state il fulcro del mio intervento nel confronto dialettico su carità e politica con Monsignor Hillary Franco (delegato della Santa Sede presso le Nazioni Unite e integerrimo servitore di "Six pope") tenutosi  nella suggestiva chiesa di Santa Maria della Stella a Castrolibero.
La politica del dispiacere è la politica della responsabilità e del sentimento. 
Mi viene in mente una celebre frase attribuita a Papa Paolo VI - "la politica è la più alta forma di carità" - ma che in realtà appartiene a Papa Pio XI  e venne poi ripresa da quasi tutti i suoi successori. Non amo il termine "carità" perché nell'attuale contesto è stato svilito del suo senso profondo e riduttivamente inteso come "fare elemosina". Preferisco usare il termine "amore". Non si può governare senza amore. E questo vale per il governo centrale, così come per il governo territoriale e le amministrazioni locali. Bisogna amare il popolo per governare bene. Dispiacere e amore sono un connubio che deve ispirare ed indirizzare i governanti illuminati a ritornare all'ascolto dei propri  cittadini, dei loro sogni e dei loro bisogni. Solo così si potrà rinnovare il modo di fare politica e amministrare, eliminando familismi e favoritismi e premiando la competenza e l'impegno. La "politica come forma di carità" implica la capacità di distinguere tra essere e dover essere, tra ideale e reale. Nella "Repubblica" di Platone, quando Socrate termina la descrizione dello Stato perfetto, gli amici chiedono se esista o meno. Socrate risponde che questo Stato non esiste da nessuna parte, ma è uno stato ideale che ne esprime la vera essenza e che deve esprimere un anelito, un ideale al quale gli stati storici devono tendere. Più si avvicinano e più migliorano, più si allontanano e più si corrompono. La politica intesa come la più alta forma di carità deve essere il modello ideale al quale ogni politico dovrebbe tendere. Non è certo operazione facile, perché gli uomini non sono puro spirito e la materia è suscettibile di contaminazione. L'onesta' è faticosa. La libertà, a volte, può mettere a rischio la vita. 
Pirandello affermava che essere eroi per un giorno è facile, difficile è essere galantuomini per tutta la vita. Allora diviene fondamentale, in una società sempre più liquida e quindi priva di riferimenti, rinsaldare i valori della comunità. Essi si ritrovano nel cristianesimo e nell'impegno meridionalista che caratterizza il nostro agire politico. Occorre rinsaldare i legami e le relazioni, affinché tutti si sentano protagonisti di un comune destino. Occorre una politica a dimensione d'uomo, ispirata a sani ideali e valori non negoziabili. Senza ideali fondati su solide basi etiche non saremo in grado di dare un senso al mondo, né di avere una prospettiva per il futuro. Ecco perché occorre "umanizzare" la politica e avvicinare empaticamente i governanti ai governati.

Buona domenica 
Orlandino Greco