E’ bastato un semplice articolo di carattere generale, privo quindi di riferimenti ad una associazione antincendio determinata, per scatenare la corsa a fornirci particolari inquietanti sulla gestione di associazioni che noi pensavamo toccate dalla grazia divina e della santità e che invece sono tutt’altra cosa.

Noi ci auguriamo che i racconti siano esagerati perché forniti da persone fuoriuscite o espulse dalle varie associazioni, anche se certe cose che abbiamo appreso anche ridotte del 95%, cioè prendendo per buona una parte irrisoria dei vari fatti e circostanze, delineano un quadro gravissimo e l’unico commento da fare è: “ma quale volontariato senza profitto… ma siamo seri e non prendiamoci per i fondelli perché ci sono interessi forti e del tutto conflitto di interessi, se non altro….

Qualcuno dirà, o ha già detto, che non era il caso che proprio ieri ed oggi si scrivesse di queste cose mentre ancora il Reventino brucia: noi rispondiamo che avevamo previsto che succedesse l’incendio dei boschi comunali di Platania e Conflenti ma speravamo che la stupida incoscienza, mista all’arroganza, non arrivasse a questi livelli di dannosità.

Dopo questo danno incalcolabile è necessario che i Sindaci interessati chiedano alle autorità che si faccia chiarezza e rispondano, senza benda sugli occhi, alla fatidica domanda “cui prodest?” perché per come afferma Medea, nell’omonima tragedia di Seneca, “cui prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto."