Non ho parole per descrivere l'immane tragedia che ha colpito l'intera comunità di Soverato, per la perdita di una loro figlia, la giovane Simona Cavallaro, aggredita e uccisa da un branco di cani nella montagna di Satriano.
Un
fatto tremendo che però, in questo caso, non può ridursi a essere interpretato
come una semplice fatalitá.
Questa
morte è l’emblema del sottosviluppo in cui è precipitato negli ultimi
trent’anni la Calabria per la mancata tutela e manutenzione del territorio.
Stiamo
assistitendo a un lento e costante abbandono della montagna e dei boschi.
Processo inesorabile iniziato da almeno qualche decennio.
Lá
dove vi erano sentieri e strade battute ora vi è una terra di nessuno invasa
dalla vegetazione e minacciata da incendi che hanno devastato il territorio in
modo irreversibile. Tutto questo per colpa dell’uomo che non fa la manutenzione
del territorio.
Lo
sappiamo tutti, perché tutto è sotto gli occhi di tutti che un territorio così
abbandonato diventa anche facile preda di frane e alluvioni.
Ma
non solo: nel caso della drammatica morte di Simona Cavallaro esistono
responsabilità oggettive perché un luogo frequentato doveva essere sorvegliato
e non può essere lasciato alla macchia. Il fatto che un branco di cani
circolasse per quei luoghi e nessuno prendesse provvedimenti è un fatto
gravissimo soprattutto perchè il randagismo era un fatto risaputo e molto
diffuso.
La
Regione ha la responsabilità di tutto ciò e non ha attenuanti.
Rivolgo
le mie preghiere alla povera Simona e ai suoi genitori, che dovranno affrontare
la vita senza più la loro adorata figlia.