"Due cose mi riempiono di meraviglia: il cielo stellato sopra di me e la legge morale che è dentro di me". 

Quante volte ci siamo trovati a rievocare questa frase di Kant, magari contemplando le stelle? Perché in fondo le nostre azioni trovano ispirazione nella bellezza che riusciamo a percepire e in quella voce interiore, che Kant definiva "imperativo categorico", che ci induce a discernere il bene dal male. 

Se osserviamo la bellezza e andiamo al di là di ciò che il nostro sguardo riesce a percepire (il cielo stellato sopra di noi) percepiamo  il senso dell'infinito, ci immergiamo nel mistero della vita ma siamo illuminati sull'esistenza di Dio. Mi vengono in mente le suggestioni del meraviglioso idillio di Leopardi, sull'infinito. Cosa riusciamo ad immaginare dietro la  "siepe"? e cosa proviamo dinanzi allo spazio immenso? Avvertiamo un sentimento di paura, ma anche la dolcezza di  "naufragare in questo mare". Quale il senso per noi? Credo il monito a sognare in grande, guardando oltre l'orizzonte, non fermare il nostro sguardo alla siepe che è il simbolo del piccolo, del giornaliero, dell'ordinario. E questo vale in generale per ogni attività  umana che coinvolga la riflessione. Dunque anche per la politica. Dobbiamo pensare in grande per la Calabria, in vista delle prossime elezioni, perché sono la nostra occasione di fare. Aristotele definisce la politica come "arte del possibile" che vuol dire: se questa è la realtà con tutti i suoi limiti, che cosa "possiamo" fare per migliorarla? Ma per pensare in grande, bisogna essere menti grandi, non vedere, come le pecore, l'erba che si bruca, cioè i piccoli ed egoistici interessi personali. Bisogna essere dotati di occhi di lince, scoprire e amare gli orizzonti vasti, coltivare gli interessi generali, cogliere le sofferenze dei singoli e delle collettività. Solo l'essere animati da questi sentimenti consentirà alla Calabria ma in generale al paese di continuare a sognare una terra migliore.

Buona domenica Orlandino Greco IDM