LA FUFFA.

Con sincera preoccupazione, noto che in Italia si continua a discutere su come sistemare i pannicelli caldi. Si dibatte su tutto: (psico)analisi del voto, l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica (nel 2022…), quota 100, legge Fornero e perfino di qualche schizofrenico che tenta di divulgare il verbo dell'oscurantismo sulla scienza.

Ma se gli effetti psicologicamente nefasti della pandemia sulla gente riesco in un qualche modo a comprenderli, ciò che proprio non tollero è la miopia di una certa politica autoreferenziale che fa demagogia sui problemi. Due notizie gravissime sono uscite nelle ultime settimane ma nessuna delle due ha suscitato una generale levata di scudi: 
1) la prima è che, secondo una società indipendente di consulenza, per i nati dopo il 1996, la soglia pensionistica è drammaticamente proiettata a non meno del 75esimo anno d'età;
2) la seconda è che, secondo l'OCSE, gli stipendi medi in Italia, in relazione al potere d'acquisto, sono crollati e siamo l'unico Paese europeo nel quale i salari medi sono diminuiti dal 1990 ad oggi, al punto da tornare persino sotto i livelli del 1990 stesso.

Morale della favola? Gli under 40 del nostro Paese, figli del cosiddetto lavoro flessibile degli anni '90, rischiano di avere una 'pensione sociale' in età avanzata a causa del ritardato ingresso in un mercato del lavoro connotato da stipendi medi di 1000/1500 euro mensili e da un sistema pensionistico contributivo, ossia del "prendi quanto versi". 
Se a ciò aggiungiamo l'aumento dei costi delle materie prime e del carburante, l'aumento dei divari economici e strutturali tra nord e sud del Paese, il quadro di Van Gogh è ultimato…
Eppure non sento nessuno parlare di riforme che tengano conto della reale situazione sociale nella quale versa l'Italia.
Continuo a credere, tuttavia, che non sia mai troppo tardi per riflettere sul fatto che abbiamo di fronte un presente poco sostenibile ed un futuro ancora meno. Ma serve uno scatto d'orgoglio di tutte le parti sociali, perché questo contesto non è più tollerabile e noi giovani abbiamo bisogno di nuovi orizzonti nei quali proiettare certezze e solidità. Pasquale Villella Commissario cittadino IDM Castrolibero