Anche Lamezia sulle orme della
memoria del giovane Carlo Acutis morto a quindici anni dopo una leucemia
fulminante, ad un anno dalla sua beatificazione. La comunità dei fedeli del
complesso Interparrocchiale San Benedetto guidata da Don Domenico Cicione ha
inteso ridare speranza alla città dopo la pandemia con l'aiuto dei suoi uomini
migliori come Tommaso Cozzitorto e Francesco Polopoli che con le loro opere
hanno inteso dare fiducia verso il nuovo avvenire. Due le opere destinate al
giovane beato Milanese. Uno stendardo primo prototipo, per la
diocesi ed un opera fotografica su mosaico di Domenico Mendicino. Toccante il
messaggio vocale ripreso dal microfono a fine omelia di mamma Antonia che ha
riconosciuto il figlio, Santo, specie il giorno del funerale, dove
sono accaduti molti miracoli. Don Domenico infatti ha così commentato :
"gli alberi si misurano nella grandezza solo dopo tagliati". L'invito
della madre di Carlo Acutis è quello di seguire Cristo e nell'annunciare la sua
parola, mentre Don Domenico si è concentrato nel dire che di Dio ci
si innamora dopo averlo incontrato. Una omelia davvero intensa di insegnamentiche
è stata preceduta dall' intervento della Presidente "Amici di Maria
Cristina"Filomena Cervadoro che ha inteso dare vita ad un connubio del
Santo Acutis con la beata Maria Cristina di Savoia con uno spaccato di
similitudini. Don Domenico Cicione dopo avere letto il messaggio sublimale del
Vescovo Giuseppe Schillaci si dice fiducioso verso la nascita di una comunitÃ
di giovani che si identificheranno nella vita trascorsa del giovane Carlo
Acutis che ne ha fatto una missione per il futuro delle nuove generazioni.