Per Aron Demetz questa mostra, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo , in collaborazione con la Provincia di Catanzaro al MARCA di Catanzaro dal 15 gennaio al 31 marzo prossimi, a cura di Alessandro Romanini, giunge in un momento perfetto. L'artista gardesano è nel vortice di una serie di esposizioni in molti musei internazionali e in altrettante prestigiose sedi italiane. Le sue sculture realizzate prevalentemente in legno, sono premiate dall'attenzione della critica e dei collezionisti di tutta Europa. "...essere invitato ad esporre al MARCA dalla Fondazione Rocco Guglielmo con un progetto site-specific...", riconosce l'artista, "...mi risulta doppiamente stimolante. Innanzitutto perché il Marca è già stata sede di importanti mostre di scultura, sia perché per un artista, esporre le proprie opere scultoree a Catanzaro, in piena Magna Grecia, significa inevitabilmente confrontarsi con il Genius loci di una terra che affonda le sue radici nella tradizione artistico-culturale greco-romana...".

La riflessione che sottende a questa mostra, che va a continuare e approfondire il percorso di ricerca avviato dalla recente esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ruota intorno al concetto di "Autarchia", derivato dal greco "Autarkeia" e declinato in una serie di soluzioni formali connesse semanticamente al concetto di "Autosufficienza". Nell'accezione di Demetz "Autarkeia" non va intesa nel senso dell' "accontentarsi", bensì – come scrive Alessandro Romanini, curatore della mostra, "... come forma di conquista veicolata da una rigida autodisciplina, sostenuta dall'inesausta ricerca ed esercizio e alimentata da un continuo confronto con i capisaldi storici dell'arte plastica. E tra quest'ultimi la dimensione legata all'arte greca è al primo posto...".

Ricerca e sperimentazione caratterizzano l'intero percorso di Demetz, discendente da una famiglia di scultori e originario della Val Gardena, terra di santi e di scultori di altari lignei che si possono ammirare nelle chiese di tutto il mondo.

Con Demetz le forme tradizionali divengono altro così come diventa altro il ruolo assunto dal materiale lavorato abilmente dall'artista; il legno diventa così autore di un racconto; le resine provenienti dagli alberi delle montagne di casa per effetto del fuoco corrodono e riplasmano l'oggettiva bellezza delle forme, creando piaghe sugli adolescenziali corpi nudi intagliati.