L'uomo diventa vecchio quando i rimpianti prendono il posto dei sogni.

Il tempo è relativo, sosteneva Einstein. Ed io che da pochi giorni ho compiuto 50 anni, -che rappresentano per me una grande meta e un grande dono-, ho una percezione del tempo che varia e muta di anno in anno pur sentendomi nel pieno della maturità e della mia attività. Un tempo, a questa età, una persona era considerata anziana. Scientificamente però un cinquantenne di oggi è  come un trentenne degli inizi del novecento.
Il tempo  e la sua percezione rappresenta uno dei problemi che hanno interessato da sempre gli esseri umani. Nella mitologia greca il tempo è rappresentato dal terribile dio Cronos che generava e divorava i suoi figli. Tutto nasce nel tempo e tutto viene travolto dal tempo. Una cosa è certa: il tempo implica mutamento, come osservava già Aristotele, e presuppone una coscienza che lo percepisce e lo misura. Una delle più originali definizioni del tempo ce l'ha data Sant'Agostino il quale ha scritto che il tempo vero è dentro di noi, nell'anima. In genere si divide il tempo in passato, presente e futuro. Ma non esiste il passato se non vi è una mente che "ricorda", né futuro senza un essere che ha attese e programmi. Il presente è "sintesi" di passato (ricordi) e futuro (attesa e speranza). Noi viviamo nel presente, fatto di ricordi e di attese, di aspettative,
Se immaginiamo il tempo come una retta, al principio  della retta non c'è passato (ricordi ) ma solo futuro. Quando si è piccoli si è pieni di attese, di speranze,  di programmi e il tempo sembra non passare mai , la speranza rende il tempo gioioso: 'com'è bella giovinezza che ti fugge tuttavia'. Camminando sulla retta cominciano i ricordi e il passato. A metà della retta, che possiamo chiamare maturità, le prime delusioni: il futuro non è come l'avevamo sognato. Continuiamo a lavorare nel posto nel quale ci troviamo, o per nostro merito, o perché altri ci hanno spinti, però percepiamo che il tempo corre di più. Più si avanza in età, più il tempo sembra aumentare la sua corsa. Quando si è verso la fine della retta (anziani) si è quasi tutto passato ( ricordi) e quasi niente futuro. Per rendere bella la fine della retta devi avere, prima di ogni altra cosa, il dono di arrivarci, poi non smettere mai di pensare al futuro e sognare e comunque aver accumulato tanti ricordi da riviverli due volte.
La gratitudine della memoria è gratitudine di vita perché ricordare è un po' come rivivere. Chi ha letto "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust, può comprendere bene il valore dei ricordi e dei luoghi dove abbiamo trascorso gli anni della fanciullezza e della adolescenza. In quei luoghi tutto ci parla, ogni angolo prende vita e ci racconta una storia, la nostra storia. 

Buona domenica Orlandino Greco IDM