Con un Webinar finale è arrivato a conclusione il progetto Distanti ma... vicine o lontane?" promosso da LEDHA, FISH Calabria e ABC Sardegna. Con il sostegno di UniCredit Foundation. Tre le scuole italiane impegnate: il Liceo Classico Artistico Fiorentino di Lamezia Terme, l'Istituto di istruzione "Carlo Emilio Gadda" di Paderno Dugnano (Milano), l'Istituto professionale per i servizi sociali "Sandro Pertini" di Cagliari.
Il progetto aveva l'obiettivo di far emergere il vissuto, i sentimenti, le esperienze, i timori e le speranze delle ragazze durante l'emergenza Covid-19, in particolare durante i mesi del lokdown e della chiusura delle scuole, che le ha costrette a lunghe settimane di isolamento e di didattica a distanza. Mettendo in evidenza sia le differenze nel vissuto quotidiano tra le ragazze con e senza disabilità, sia le similitudini e le assonanze tra questi due gruppi. L'adesione del Liceo Fiorentino di Lamezia Terme è stata voluta fortemente sia dalla docente referente dell'Inclusione Stefania Giampà sia dal Dirigente Scolastico Nicolntonio Cutuli. Sono state coinvolte sei studentesse dell'attuale VB Artistico e cinque ragazze della VA dello scorso anno scolastico. Durante l'incontro finale la professoressa Giampà ha ringraziato - anche a nome del Dirigente Scolastico - la Ledha e la Fish Calabria «per aver offerto al Liceo Fiorentino l'opportunità di partecipare a questa attività». Un ringraziamento è andato, altresì «a tutti i compagni di viaggio: associazioni, tutor, docenti, studentesse «,con un pensiero speciale alle dottoresse Silvia Negri e Sara Mazzeo dell'Università Bicocca di Milano che hanno guidato le ragazze, non solo con assoluta competenza e professionalità ma anche con grande garbo, delicatezza e simpatia». La referente dell'inclusione del Fiorentino ha evidenziato come «le studentesse partecipanti al progetto siano cresciute e maturate durante il percorso, non solo acquisendo competenze specifiche relative all'attività di ricerca-azione condotta, ma anche e soprattutto riuscendo ad aprirsi e a portare fuori il disagio e la sofferenza vissuta durante il periodo di lockdown». «Ho potuto constatare pure – ha commentato la professoressa Giampà - che le ragazze hanno vissuto come valore aggiunto il fatto che il progetto sia stato pensato tutto al femminile; si è creato un forte legame di complicità e solidarietà tra loro anche perché, nel momento in cui si sono confrontate, hanno scoperto che le sensazioni vissute erano simili. Il progetto ha rappresentato anche per me un momento di crescita e arricchimento, sia sul piano personale che professionale». Infine un augurio finale: «quello che ci siano altre occasioni per poter lavorare insieme e affrontare nuove sfide».