Mattarella bissa, decreta il dissolvimento della rappresentanza partitica e incorona Draghi 'imperatore' d'Italia. 

Ritengo faziosamente di parte chi in queste ore esulta per la rielezione a Capo dello Stato di un seppur bravo, istituzionale e autorevole Presidente come Mattarella, o quanto meno inconsapevole della magra figura alla quale continua ad essere esposto il nostro sistema Parlamentare.
Il voto di oggi compulsa due riflessioni: la prima è che si ripete, dopo l'esperienza Napolitano, una pericolosa prassi che va in direzione opposta ai dettami costituzionali; la seconda è che i vari leader dei partiti tradizionali, dopo aver camminato per ordine sparso, salvo poi ostentare unità in improbabili conferenze stampe, ed aver pensato ognuno di agire in scaltrezza rispetto all'altro, hanno subito la bocciatura dei loro stessi gruppi parlamentari i quali si sono autodeterminati, per la maggiore, in autonomia. Di fatto, ci troviamo di fronte ad un voto svincolato dalle indicazioni delle segreterie romane ormai scatole vuote senza visione e senza strategia.

Da qui la definitiva conferma dell'ipoteca dei partiti della rappresentanza organizzata, per come l'abbiamo conosciuta dalla nascita della nostra Repubblica.
Dunque a vincere è stato il pressappochismo di chi non è capace di costruire trame politiche,  più preoccupato di mantenere la poltrona che ispirato dalla cura dell'interesse superiore. Un'insipienza  del sistema partitico targata dal massimalismo di una certa sinistra, dal nulla cosmico a 5 stelle e dal populismo leghista. D'altronde, la politica non è solo numeri e tornaconto personale ma in primis visione, governo dei processi e creazione di prospettive. 

E restando alle prospettive, il ritorno di un polo moderato che guardi al Mezzogiorno e alle inerenti questioni del suo concreto sviluppo, nel rilancio del sistema Italia, potrebbe rappresentare un viatico interessante per le reali istanze che provengono dagli inascoltati territori.
Occorre guardare al futuro riappropriandoci dell'esperienza Degasperiana. L'Italia sarà quel che il sud sarà.

Buon lavoro Presidente 
#italiadelmeridione
Orlandino Greco