"È più facile togliere un calabrese dalla Calabria che la Calabria da un calabrese".

Inizio la mia riflessione dalla Florida (con un fuso orario di 6 ore) con questa frase che ritrovo sempre quando, nei miei viaggi all'estero, incontro i nostri corregionali e che un amico caro come Tony Brusco ama sempre ripetere. Anche questa volta nei loro sguardi, nei loro volti, ho visto l'infinita voglia di condividere la loro storia che immancabilmente, anche dopo generazioni, rimane legata a quella dei propri luoghi natii, a quella della propria regione ma soprattutto ho percepito il desiderio di impegnarsi per la propria terra.
È esemplare come, nonostante le tante difficoltà incontrate, tanti uomini e donne di Calabria ma dell'Italia tutta abbiano avuto la capacità di affermarsi in luoghi a volte ostili, almeno all'inizio. È motivo di grande orgoglio sentire ministri di governi nazionali esteri, esprimere parole lusinghiere, apprezzamenti e ringraziamenti per le competenze e professionalità di tanti emigrati che hanno contribuito al benessere delle realtà di cui sono diventati parte integrante e che in moltissimi casi si sono affermati come esponenti e rappresentanti istituzionali, con ruoli importanti e di prestigio. 

Una risorsa inestimabile per i Calabresi di Calabria, ancora sottovalutata e che può essere, invece, una formidabile opportunità di crescita culturale ed economica in ogni settore. Dall' internazionalizzazione dei nostri prodotti, che potrebbero ancora di più trovare affermazione nei mercati stranieri, al turismo in generale, o come quello di ritorno in particolare, di cui oggi si sente tanto parlare. 
Persone, uomini e donne, a cui sono particolarmente legato e con i quali mantengo relazioni di amicizia, di affetto, con cui condivido progetti ed interessi comuni, che hanno come unico movente il riscatto di una terra che ha molto da offrire e su cui investire. Nei miei viaggi ho l'occasione di guardare e toccare con mano ciò che questi uomini hanno costruito attraverso il sacrificio e il coraggio di sognare, sapendosi imporre con serietà, passione, sacrificio, dedizione, nelle realtà che li hanno accolti. 

Parlare di Calabria in America significa parlare di Renato Turano, che da qualche mese non è più tra noi e che amava ripetere: «Conoscere le proprie radici è importante, perché devi sapere da dove provieni per andare oltre». Un oltre che ci dice di scommettere su questa visione, con questi legami, attraverso azioni mirate tese a supportare la creazione di relazioni istituzionali ed economiche tali da favorire attrazioni di investimenti esteri e a cui i calabresi all'estero guardano con interesse.
Questo vale per la Calabria ma per l'Italia tutta che oggi ha di fronte a sé una grande scommessa, quella di puntare, grazie anche i fondi del Pnrr, su quel 'Made in Italy' che ha fatto grande il nostro Paese. 

L'italianità è quell'elemento distintivo che ha costruito intere città, ha firmato grandi opere, laddove ha avuto la possibilità di esprimersi. Ed è quello che dobbiamo ritrovare, la volontà d'investire e credere in una visione, riconoscere quella caparbietà e determinazione, con cui chi è partito, con quella simbolica valigia di cartone, ha poi eretto imperi. Non disperdiamo le potenzialità che possono nascere dal rinsaldare questo ponte, che è sempre più reale, e che, se rafforzato ogni giorno, mette in relazione e collega il resto del mondo all'Italia e ai suoi territori.

Buona domenica da 
Delray Beach 
Orlandino GRECO