Il 'Pomo della discordia' è sempre in agguato.
La discordia accompagna la storia ed è stata la causa di tutte le inimicizie e le guerre che hanno funestato, nei secoli, le vicende umane. Nella mitologia greca viene personificata nella figura della dea Eris, potente divinità che "toglie il senno agli uomini e ai celesti". Dea della sventura, delle liti, degli eccessi e della vendetta.
l'Iliade che decanta la guerra di Troia racconta di come questa guerra venne provocata da Eris, che per vendicarsi di non essere stata invitata alle nozze di Peleo con Teti, gettò tra i convitati un pomo d'oro, con le parole: "alla più bella!"
E così, origina proprio dal "pomo della discordia", dal giudizio di Paride e dall'assegnazione del pomo a Venere, il rapimento di Elena e poi l'interminabile guerra. Tutto per una banale disattenzione.
La discordia intesa come istinto negativo ramifica ovunque, in ambito individuale, familiare, sociale. Diventa più evidente nello Stato, nella dimensione interna e in quella esterna (rapporti tra gli Stati) e non ha nulla a che vedere con la normale dialettica tra forze ed organizzazioni che sono portatrici di interessi diversi.
La storia ci insegna che le grandi guerre nascono da flebili scintille e dunque anche oggi segnali poco significativi non vanno trascurati. I nazionalismi in generale non vanno trascurati se questi sono portatori di forti rivendicazioni che possono sfociare in separatismi o ancora peggio in desiderio di espansione del proprio dominio.
Proprio la pandemia paradossalmente potrebbe essere il fattore scatenante di nuovi conflitti tra Stati atteso che la storia tristemente ci ha insegnato che ogni grande guerra è stata sempre la "soluzione" delle grandi crisi economiche.
Le accuse degli Stati Uniti verso Mosca di voler pianificare una 'operazione sotto copertura' contro l'Ucraina, l'irrigidimento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, il rinnovato attivismo militare di Russia e Turchia in Nord Africa e in Medio Oriente, sono tutti elementi di grande destabilizzazione geopolitica.
Ma il pomo della discordia pende sempre, come una spada di Damocle anche nella politica italiana e vi è sempre il pericolo che i personalismi, gli egoismi individuali tentino di affermarsi sul benessere collettivo.
Il pericolo della discordia l'abbiamo vissuto in occasione dell'ultima elezione del Presidente della Repubblica. Una situazione particolare perché vi era anche la necessità, una volta venuta meno l'ipotesi Draghi, di salvaguardare il governo di unità nazionale.
In questa occasione si è vista anche l'inadeguatezza e il dilettantismo di tanti leader dei partiti. Candidati che comparivano e subito bruciati, tentativi di colpi di mano, prevalenza di interessi di parte, incapacità di trovare un accordo su un nome comune. Ma nel momento più difficile, un movimento dal basso ha cominciato ad indicare una via d'uscita. Tanti grandi elettori, disattendendo le indicazioni dei leader, hanno cominciato ad indicare sulle schede il nome di Mattarella, l'unico che poteva mettere d'accordo tutti, salvaguardare il governo e ridando centralità al Parlamento. Il Presidente, nel suo discorso alle Camere riunite, ha indicato la via da percorrere per creare uno Stato inclusivo nel quale ogni cittadino si possa riconoscere e venga rispettato nella sua dignità.
È vero che nei momenti più bui il popolo ritrova la sua unità, ma bisogna essere vigili, perché la vecchia dea è sempre in agguato, pronta a lanciare sulla tavola il suo pomo della discordia.
Buona domenica
Orlandino Greco IDM