Bianchi (Cosenza) - Ucraina d'origine, cittadina italiana, è consigliera comunale di minoranza a Bianchi. Attorno a lei si è stretta la comunità locale, di cui l'assemblea civica ha colto i sentimenti, tributandole corali espressioni di "fraterna solidarietà", estese, in un lungo atto deliberativo, al popolo ucraino, martoriato dalla guerra scatenata da Putin. Lei è Tanya Kovalenko, cinquantadue anni, nata a Kremenchuk, città industriale dell'Ucraina centro-orientale. Ha conseguito due lauree: la prima, nel 1994, in Storia e Scienza dei popoli, all'Istituto universitario di Kirovograd con abilitazione all'insegnamento, titolo che con il quale ha potuto assumere la presidenza di un college nella sua regione di Poltava; l'altra, magistrale, nel 2016, in Scienze storiche all'Unical. Una tenacia esemplare, la sua. Nel corso della seduta consiliare, il sindaco Pasquale Taverna ha svolto un intervento di forte vicinanza a lei e al popolo ucraino, proponendo il testo di una delibera di ferma condanna dell'aggressione russa. Commossa, la Kovalenko ha avuto toccanti espressioni di profonda gratitudine nei confronti dell'Italia, della popolazione di Bianchi e di quelle del circondario, da Colosimi a Soveria Mannelli.
Ha ringraziato i parroci, don Giuseppe e don Roberto, che, sin dai primi giorni, si sono mobilitati per una raccolta di medicinali e generi di prima necessità, facendoli pervenire (già il 9 marzo) in Ucraina. Una storia, la sua, fatta di passione per lo studio e di culto della famiglia: anni di sacrifici per sostenersi all'università, prima di incontrare l'amore della sua vita. Nel 2000, per mantenersi agli studi, che avrebbe voluto proseguire, si è temporaneamente trasferita in Italia, dove, lavorando, ha conosciuto Simone Bianco, falegname, di Bianchi, con il quale, nel 2005, si è sposata. La donna è madre di tre figli, uno di 16, l'altro di 14 anni; il primo, che ora si trova a Londra per lavoro, lo ha concepito nel 1992. A Kremenchuk, dove risiedono la madre e un fratello con la sua famiglia, tutti generosamente impegnati in opere di assistenza ai profughi del Donbass, è stata l'ultima volta nel 2018, quando già da quattro anni l'esercito di Putin aveva invaso gran parte del Donbass. Kremenchuk è stata bersagliata e tragicamente piagata da insistenti bombardamenti agli inizi di aprile.
"Nella pace di Bianchi, dove faccio la casalinga, mi trovo bene – afferma -, ma il mio pensiero, ora, è rivolto alla mia patria e ai miei connazionali così martoriati. Ne avverto pienamente il dramma. Alcuni mi hanno chiesto rifugio e ho detto loro che la porta di casa mia è sempre aperta. Ora si trovano in Polonia e, al momento, sperano di poter rientrare in Ucraina. Credo fermamente nel valore eroico del mio popolo e del suo presidente. Gloria all'Ucraina".