Da più di 9 mesi un progetto regionale di oltre 2 milioni di euro per il monitoraggio delle acque calabresi con l'acquisto di moderne attrezzature, è fermo al palo per intoppi burocratici. Se non spesi a breve, questi fondi europei saranno persi per sempre. La Calabria rischia di perdere l'occasione di analizzare lo stato di salute di tutte le sue acque (mari, laghi, fiumi, sorgenti). Ho presentato un'interrogazione al Presidente Occhiuto in qualità di Assessore all'Ambiente, per capire quali azioni intenda intraprendere per sbloccare la situazione ed evitare l'ennesima "beffa burocratica" ai danni dei cittadini calabresi.

Sono venuto a conoscenza di un'incresciosa situazione che riguarda un progetto molto importante che la Regione Calabria ha affidato al suo stesso ente strumentale Arpacal. Il progetto, con oltre 2 milioni di euro di fondi, riguardante lo studio dello stato di salute delle acque della regione, già approvato da Arpacal nel luglio del 2021 sarebbe dovuto iniziare entro pochi mesi e durare 2 anni, con scadenza a fine 2023. Le attività previste sono fondamentali per la tutela di tutte le acque calabresi attraverso un approfondito monitoraggio di indagine su mari, fiumi, laghi e sorgenti. Il progetto, una volta concluso, allineerebbe Arpacal e la Calabria a tutte le altre realtà nazionali. Inoltre, il finanziamento prevede l'acquisto di nuove e moderne attrezzature per una migliore gestione delle emergenze in mare e nelle acque superficiali da parte dell'Agenzia.

Ad oggi, però, l'intero progetto è fortemente a rischio per una serie di motivi che hanno del paradossale. Innanzitutto, la Regione non è ancora riuscita ad erogare l'anticipazione dei fondi poiché Arpacal presenta il DURC non in regola. A rendere ancora più incredibile la vicenda, poi, è il fatto che Arpacal possieda comunque tutti i mezzi per poter iniziare i lavori, ma questi sono da mesi "blindati" all'interno del Centro Regionale di Strategia Marina di Crotone, senza che nessun dirigente apicale sia riuscito a renderli disponibili per il personale incaricato di eseguire le attività di progetto. Nonostante alcuni solleciti da parte del Dipartimento Ambiente della Regione, nulla è cambiato e di fatto, a 9 mesi dalla sua approvazione, il progetto è fermo al palo. Si rischia concretamente di perdere l'impareggiabile occasione di procedere finalmente alla verifica diretta dello "stato di salute" dei corpi idrici in territorio regionale finalizzata, soprattutto, alla successiva redazione del "Piano di tutela delle Acque", operazione fondamentale ai fini della protezione ambientale e della programmazione delle attività agricole e ittiche, industriali, turistiche etc. Ho presentato un'interrogazione al Presidente della Giunta Regionale, in qualità di Assessore all'Ambiente, per capire quali azioni intenda intraprendere per sbloccare definitivamente la situazione ed evitare l'ennesima "beffa burocratica" ai danni dei cittadini calabresi. Tutto ciò è ancora più grave perché c'è in gioco la nostra salute e il futuro dei nostri territori.